Gazzarrini Tommaso*
GAZZARRINI TOMMASO
Livorno 1790 - Firenze 1853
Studente all'Accademia di Belle Arti di Firenze, nel 1820 vinse il pensionato a Roma dove rimase fino al 1824, inviando i suoi saggi annuali alle esposizioni accademiche (1823, Bacco giacente, Firenze, Opificio delle Pietre Dure). Fin dal 1825 si dedicò alla pittura devozionale, ottenendo importanti commissioni, come quelle per il Duomo di Livorno, per il quale eseguì nel 1832 la Traslazione del corpo di Santa Giulia e in seguito II riposo durante la fuga in Egitto, L'Eucarestia, La Trasfigurazione e L'apparizione del Sacro Cuore a Santa Maria Alacoque. Nel 1837 ottenne la nomina di professore all'Accademia fiorentina, ruolo che mantenne fino alla morte. Per la prima volta nel 1841, accanto ai consueti temi religiosi, presentò alla Mostra accademica una Veduta interna di un convento, opera vicina ai soggetti di M. Granet, e anche un quadro di genere (Mendicante). Nel 1842 espose a Trieste un San Carlo Borromeo, eseguito per la chiesa di San Benedetto di Livorno, e una Veduta del Trasimeno. Nel 1861 comparve all’Esposizione Nazionale di Firenze II divino infante adorato dagli angeli, passato poi nelle collezioni del Palazzo Reale di Torino.
Livorno 1790 - Firenze 1853
Studente all'Accademia di Belle Arti di Firenze, nel 1820 vinse il pensionato a Roma dove rimase fino al 1824, inviando i suoi saggi annuali alle esposizioni accademiche (1823, Bacco giacente, Firenze, Opificio delle Pietre Dure). Fin dal 1825 si dedicò alla pittura devozionale, ottenendo importanti commissioni, come quelle per il Duomo di Livorno, per il quale eseguì nel 1832 la Traslazione del corpo di Santa Giulia e in seguito II riposo durante la fuga in Egitto, L'Eucarestia, La Trasfigurazione e L'apparizione del Sacro Cuore a Santa Maria Alacoque. Nel 1837 ottenne la nomina di professore all'Accademia fiorentina, ruolo che mantenne fino alla morte. Per la prima volta nel 1841, accanto ai consueti temi religiosi, presentò alla Mostra accademica una Veduta interna di un convento, opera vicina ai soggetti di M. Granet, e anche un quadro di genere (Mendicante). Nel 1842 espose a Trieste un San Carlo Borromeo, eseguito per la chiesa di San Benedetto di Livorno, e una Veduta del Trasimeno. Nel 1861 comparve all’Esposizione Nazionale di Firenze II divino infante adorato dagli angeli, passato poi nelle collezioni del Palazzo Reale di Torino.