Gatti Annibale *
GATTI ANNIBALE
Forlì 1827 - Firenze 1909
Allievo di T. Gazzarrini e di G. Bezzuoli all'Accademia di Firenze, esordì nel 1852 con un soggetto storico: Un episodio della sete dei crociati. Fin dalla metà degli anni '50 affrontò con successo temi celebrativi su perso-naggi del passato e vi si dedicò tutta la vita. Al 1855 risale Michelangelo che presenta il Mosé a molti illustri del suo tempo, al 1857 Luisa Strozzi nello studio di Michelangelo, al 1858 Carlo V che raccoglie il pennello a Tiziano. Frequentatore del Caffè Michelangiolo, vi introdusse il giovane D. Martelli, allora suo allievo. Intorno al 1860 iniziò a lavorare alla decorazione di importanti dimore toscane (fra le altre la sala del Trono di Palazzo Pitti, 1861) con i soggetti consueti. Nel 1861 partecipò all’Esposizione Nazionale di Firenze con un quadro devozionale (Gloria di Santa Verdiana) e decorò Palazzo Favard con Storie della vita del Tasso e della Gerusalemme liberata. A Pisa intervenne nel teatro Verdi, realizzando nel 1867 un Trionfo d'Amore per il soffitto e più tardi Goldoni che recita un sonetto agli Arcadi Alfei per il sipario: la sua maniera brillante e la grande vivacità cromatica ben si adattavano al gusto aneddotico dei temi, confermando il successo dell’artista. Lasciò ulteriori opere a Firenze (Palazzo Wilson Gattai, 1872; Villa Fabbricotti, 1882; Villa Stibbert) e a Livorno (Ferdinando II presenta Pietro Tacca a Vittoria della Rovere, nel salone di Villa Mimbelli, 1874-1875).
Forlì 1827 - Firenze 1909
Allievo di T. Gazzarrini e di G. Bezzuoli all'Accademia di Firenze, esordì nel 1852 con un soggetto storico: Un episodio della sete dei crociati. Fin dalla metà degli anni '50 affrontò con successo temi celebrativi su perso-naggi del passato e vi si dedicò tutta la vita. Al 1855 risale Michelangelo che presenta il Mosé a molti illustri del suo tempo, al 1857 Luisa Strozzi nello studio di Michelangelo, al 1858 Carlo V che raccoglie il pennello a Tiziano. Frequentatore del Caffè Michelangiolo, vi introdusse il giovane D. Martelli, allora suo allievo. Intorno al 1860 iniziò a lavorare alla decorazione di importanti dimore toscane (fra le altre la sala del Trono di Palazzo Pitti, 1861) con i soggetti consueti. Nel 1861 partecipò all’Esposizione Nazionale di Firenze con un quadro devozionale (Gloria di Santa Verdiana) e decorò Palazzo Favard con Storie della vita del Tasso e della Gerusalemme liberata. A Pisa intervenne nel teatro Verdi, realizzando nel 1867 un Trionfo d'Amore per il soffitto e più tardi Goldoni che recita un sonetto agli Arcadi Alfei per il sipario: la sua maniera brillante e la grande vivacità cromatica ben si adattavano al gusto aneddotico dei temi, confermando il successo dell’artista. Lasciò ulteriori opere a Firenze (Palazzo Wilson Gattai, 1872; Villa Fabbricotti, 1882; Villa Stibbert) e a Livorno (Ferdinando II presenta Pietro Tacca a Vittoria della Rovere, nel salone di Villa Mimbelli, 1874-1875).