Franceschini Vincenzo *
FRANCESCHINI VINCENZO
Casandrino (Napoli) 1812 - 1884
Conseguita la laurea in giurisprudenza, nel 1837 fu allievo di A. Sminck van Pitloo e studiò poi figura con F. Marsigli presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Durante un viaggio in diverse città italiane e un soggiorno a Roma si dedicò alla pittura di paesaggio e, rientrato a Napoli, espose alle biennali borboniche del 1845 (Paesaggio di composizione, Studio d'alberi) e del 1848 (due Studi di cipressi e sassi e Campagna romana con ruderi di architettura). Influenzato inizialmente dallo stile di J. P. Hackert (Gli scavi di Pompei, 1839-1849, Napoli, Museo di San Martino; Paesaggio con ponte, 1851, Napoli, Museo di Capodimonte) in seguito, pur conservando una attenzione puntuale al vero, di cifra tardosettecentesca, si avvicinò alle istanze romantiche di G. Smargiassi nella resa analitica del particolare botanico (Paesaggio di Sorrento, Giulianova, Pinacoteca Bindi) e nel paesaggio di composizione (Leone di Bisanzio, guidato dalla maga Melissa, esposto a Napoli nel 1855). In diverse prove (Veduta di Nola, Napoli, Museo di Capodimonte) assunse modi vicini a quelli di T. Duclère. Nel 1865 fu nominato professore onorario dell'Accademia napoletana.
Casandrino (Napoli) 1812 - 1884
Conseguita la laurea in giurisprudenza, nel 1837 fu allievo di A. Sminck van Pitloo e studiò poi figura con F. Marsigli presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Durante un viaggio in diverse città italiane e un soggiorno a Roma si dedicò alla pittura di paesaggio e, rientrato a Napoli, espose alle biennali borboniche del 1845 (Paesaggio di composizione, Studio d'alberi) e del 1848 (due Studi di cipressi e sassi e Campagna romana con ruderi di architettura). Influenzato inizialmente dallo stile di J. P. Hackert (Gli scavi di Pompei, 1839-1849, Napoli, Museo di San Martino; Paesaggio con ponte, 1851, Napoli, Museo di Capodimonte) in seguito, pur conservando una attenzione puntuale al vero, di cifra tardosettecentesca, si avvicinò alle istanze romantiche di G. Smargiassi nella resa analitica del particolare botanico (Paesaggio di Sorrento, Giulianova, Pinacoteca Bindi) e nel paesaggio di composizione (Leone di Bisanzio, guidato dalla maga Melissa, esposto a Napoli nel 1855). In diverse prove (Veduta di Nola, Napoli, Museo di Capodimonte) assunse modi vicini a quelli di T. Duclère. Nel 1865 fu nominato professore onorario dell'Accademia napoletana.