Formis Befani Achille *
FORMIS BEFANI ACHILLE
Napoli 1832 - Milano 1906
Studiò paesaggio con G. Smargiassi all’Accademia di Napoli ed espose alle mostre borboniche del 1848 e del 1851 (Vesuvio e Paesaggio). Prima del 1860 si trasferì a Milano dove si avvicinò a E. Gignous, G. Bertini ed E. Pagliano. Assunto lo pseudonimo di Formis, presentò a Brera i suoi paesaggi tratti nei luoghi delle imprese garibaldine (1860, Un avamposto dell'armata di Garibaldi presso Milazzo), vedute meridionali (1864, Annacquatojo nella campagna napolitana) e lombarde (1870, Letto del fiume Lambro presso Canzo, Milano, Galleria d’Arte Moderna). Con gli ultimi anni '60 aveva anche intrapreso viaggi in Egitto e in Turchia, dove trovò ispirazione per una ricca produzione di quadri di gusto orientalista che lo resero noto (Case arabe presso il Cairo, Carrozza turca, Fontana alle acque dolci d'Asia, inviati a Torino nel 1874). Espose con assiduità fino al 1906 (Torrente, inviato nel 1883 all’Esposizione Internazionale di Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna), aprendosi negli ultimi anni a spunti simbolisti (Armonie montanine, presentato a Milano nel 1900).
Napoli 1832 - Milano 1906
Studiò paesaggio con G. Smargiassi all’Accademia di Napoli ed espose alle mostre borboniche del 1848 e del 1851 (Vesuvio e Paesaggio). Prima del 1860 si trasferì a Milano dove si avvicinò a E. Gignous, G. Bertini ed E. Pagliano. Assunto lo pseudonimo di Formis, presentò a Brera i suoi paesaggi tratti nei luoghi delle imprese garibaldine (1860, Un avamposto dell'armata di Garibaldi presso Milazzo), vedute meridionali (1864, Annacquatojo nella campagna napolitana) e lombarde (1870, Letto del fiume Lambro presso Canzo, Milano, Galleria d’Arte Moderna). Con gli ultimi anni '60 aveva anche intrapreso viaggi in Egitto e in Turchia, dove trovò ispirazione per una ricca produzione di quadri di gusto orientalista che lo resero noto (Case arabe presso il Cairo, Carrozza turca, Fontana alle acque dolci d'Asia, inviati a Torino nel 1874). Espose con assiduità fino al 1906 (Torrente, inviato nel 1883 all’Esposizione Internazionale di Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna), aprendosi negli ultimi anni a spunti simbolisti (Armonie montanine, presentato a Milano nel 1900).