Fergola Francesco J.*
FERGOLA FRANCESCO J.
Attivo a Napoli fra il 1838 e il 1883
Figlio di Salvatore, frequentò l’Accademia di Belle Arti di Napoli a partire dal 1838. Confuso a volte con lo zio, suo omonimo, è individuabile per una resa del paesaggio più libera e vicina ai modi di G. Gigante, del quale aveva sposato una figlia. Presente alle esposizioni borboniche dal 1839 al 1859 (1839, L'isola de' Galli presa da sopra i Conti a Sorrento; 1841, Veduta di Caserta col Real Palazzo presa da S. Leucio; 1845, La veduta del Lacco di Ischia; 1855, Vicinanze di Sorrento), successivamente prese parte alle promotrici napoletane con alcuni acquerelli (1862, Il Castello d'Ischia; 1863, Marina di santa Lucia; 1863, Napoli da mare). Nel 1877 figurò all’Esposizione Nazionale di Napoli con uno studio (Nel bosco di Caserta) e due acquerelli (L'appressarsi di una bufera nel canale di Procida, Un chiaro di luna presso Capri, Napoli, Museo di Capodimonte), opere dove si mostra più decisa l’attenzione agli effetti di luce e alla tradizione del paesaggio romantico. Il suo nome figurò ancora alla Promotrice napoletana del 1879 (Castello d'Ischia, Cappella dell'Avvocatella della Cava) e a quelle del 1881 e del 1883.
Attivo a Napoli fra il 1838 e il 1883
Figlio di Salvatore, frequentò l’Accademia di Belle Arti di Napoli a partire dal 1838. Confuso a volte con lo zio, suo omonimo, è individuabile per una resa del paesaggio più libera e vicina ai modi di G. Gigante, del quale aveva sposato una figlia. Presente alle esposizioni borboniche dal 1839 al 1859 (1839, L'isola de' Galli presa da sopra i Conti a Sorrento; 1841, Veduta di Caserta col Real Palazzo presa da S. Leucio; 1845, La veduta del Lacco di Ischia; 1855, Vicinanze di Sorrento), successivamente prese parte alle promotrici napoletane con alcuni acquerelli (1862, Il Castello d'Ischia; 1863, Marina di santa Lucia; 1863, Napoli da mare). Nel 1877 figurò all’Esposizione Nazionale di Napoli con uno studio (Nel bosco di Caserta) e due acquerelli (L'appressarsi di una bufera nel canale di Procida, Un chiaro di luna presso Capri, Napoli, Museo di Capodimonte), opere dove si mostra più decisa l’attenzione agli effetti di luce e alla tradizione del paesaggio romantico. Il suo nome figurò ancora alla Promotrice napoletana del 1879 (Castello d'Ischia, Cappella dell'Avvocatella della Cava) e a quelle del 1881 e del 1883.