Errante Giuseppe *
ERRANTE GIUSEPPE
Trapani 1760 - Roma 1821
Dalla Scuola di Disegno dello scultore trapanese D. Nolfo, nel 1763 passò a studiare a Palermo con padre F. da San Biagio e con G. Martorana. Tornato a Trapani, circa nel 1780 dipinse Le anime del Purgatorio (bozzetto, Trapani, Museo Pepoli). Nel 1784 era a Roma, dove frequentò lo studio dell’architetto G. Barberi ed eseguì la pala per la chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio e l’affresco con Le nozze di Amore e Psiche a Palazzo Altieri. Nel 1786 dipinse Le anime del Purgatorio nella cupola della chiesa dell’Orazione e Morte di Civitavecchia. Fra il 1787 e il 1788 fu a Napoli, dove fece omaggio a Ferdinando IV del dipinto Leda con Giove cambiato in cigno, procurandosi un pensionato annuo a Roma. Nel 1791 ottenne dal re l’istituzione di una Scuola di Belle Arti a Trapani. Intorno al 1794 ebbe l’incarico di affrescare una sala della reggia di Caserta ma, accusato di complotto antiborbonico, fu costretto a rifugiarsi a Milano. Qui risiedette dal 1795 al 1810, affiancando all’attività di pittore quella di maestro di scherma. In questi anni maturò la svolta in senso neoclassico e realizzò le sue opere più note, come la celebrata Morte di Antigone. Nel 1804 ca. inviò a Parigi alcune tele (Artemisia piangente, Endimione addormentato, Psiche) e nel 1806, in occasione della venuta di Napoleone a Milano, espose a Brera una serie di dipinti celebrativi. Nel 1810 fu chiamato a Napoli da Murat, ma si fermò a Roma per ragioni di salute e vi restò fino alla morte. Sue opere si trovano al Museo Pepoli di Trapani (fra le altre, Ritratto di Timoleonte cieco, Immacolata, La morte di Antigone) e in raccolte private (Ritratto della signora Gherardi e della figlia, Danae): da esse emerge una figura complessa, ancora poco indagata, che partendo da una formazione settecentesca, sotto l'influsso di A. R. Mengs e A. Appiani, seppe adeguare il suo linguaggio ai modi neoclassici, con esiti spesso innovativi.
Trapani 1760 - Roma 1821
Dalla Scuola di Disegno dello scultore trapanese D. Nolfo, nel 1763 passò a studiare a Palermo con padre F. da San Biagio e con G. Martorana. Tornato a Trapani, circa nel 1780 dipinse Le anime del Purgatorio (bozzetto, Trapani, Museo Pepoli). Nel 1784 era a Roma, dove frequentò lo studio dell’architetto G. Barberi ed eseguì la pala per la chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio e l’affresco con Le nozze di Amore e Psiche a Palazzo Altieri. Nel 1786 dipinse Le anime del Purgatorio nella cupola della chiesa dell’Orazione e Morte di Civitavecchia. Fra il 1787 e il 1788 fu a Napoli, dove fece omaggio a Ferdinando IV del dipinto Leda con Giove cambiato in cigno, procurandosi un pensionato annuo a Roma. Nel 1791 ottenne dal re l’istituzione di una Scuola di Belle Arti a Trapani. Intorno al 1794 ebbe l’incarico di affrescare una sala della reggia di Caserta ma, accusato di complotto antiborbonico, fu costretto a rifugiarsi a Milano. Qui risiedette dal 1795 al 1810, affiancando all’attività di pittore quella di maestro di scherma. In questi anni maturò la svolta in senso neoclassico e realizzò le sue opere più note, come la celebrata Morte di Antigone. Nel 1804 ca. inviò a Parigi alcune tele (Artemisia piangente, Endimione addormentato, Psiche) e nel 1806, in occasione della venuta di Napoleone a Milano, espose a Brera una serie di dipinti celebrativi. Nel 1810 fu chiamato a Napoli da Murat, ma si fermò a Roma per ragioni di salute e vi restò fino alla morte. Sue opere si trovano al Museo Pepoli di Trapani (fra le altre, Ritratto di Timoleonte cieco, Immacolata, La morte di Antigone) e in raccolte private (Ritratto della signora Gherardi e della figlia, Danae): da esse emerge una figura complessa, ancora poco indagata, che partendo da una formazione settecentesca, sotto l'influsso di A. R. Mengs e A. Appiani, seppe adeguare il suo linguaggio ai modi neoclassici, con esiti spesso innovativi.