Dufour Maurizio*
DUFOUR MAURIZIO
Torino 1826 - Cornigliano (Genova) 1897
Appartenente a una famiglia di industriali di origine francese, studiò giurisprudenza a Genova; fra il 1835 e il 1840 si avvicinò alla pittura, seguendo l'insegnamento di G. Ferrari e frequentando l’Accademia Ligustica. Nel 1848 compì un viaggio nell'Italia centrale: fu colpito dall’arte medievale e del primo Quattrocento e a Roma conobbe i maestri del Purismo. Fra il 1849 e il 1852 fu a Firenze, dove studiò all’Accademia e frequentò l’ambiente del Caffè Michelangiolo. Dopo il 1852 rientrò a Genova e si dedicò quasi esclusivamente alla pittura sacra, in forme puriste, sotto la guida di padre V. Marchese. Alle opere giovanili di gusto romantico (due Paesaggi d'invenzione, coll. privata) seguirono dipinti ispirati a Beato Angelico e a J. F. Overbeck, destinati a chiese liguri. Autore anche di alcuni ritratti familiari, partecipò saltuariamente alle mostre di Genova e di Torino. Durante il restauro della chiesa di Santa Maria di Castello, da lui diretto (1859- 1860), eseguì con la collaborazione di L. Piaggio Mussini alcune decorazioni, oggi scialbate. Dagli anni '60 si dedicò soprattutto al restauro e all'architettura.
Torino 1826 - Cornigliano (Genova) 1897
Appartenente a una famiglia di industriali di origine francese, studiò giurisprudenza a Genova; fra il 1835 e il 1840 si avvicinò alla pittura, seguendo l'insegnamento di G. Ferrari e frequentando l’Accademia Ligustica. Nel 1848 compì un viaggio nell'Italia centrale: fu colpito dall’arte medievale e del primo Quattrocento e a Roma conobbe i maestri del Purismo. Fra il 1849 e il 1852 fu a Firenze, dove studiò all’Accademia e frequentò l’ambiente del Caffè Michelangiolo. Dopo il 1852 rientrò a Genova e si dedicò quasi esclusivamente alla pittura sacra, in forme puriste, sotto la guida di padre V. Marchese. Alle opere giovanili di gusto romantico (due Paesaggi d'invenzione, coll. privata) seguirono dipinti ispirati a Beato Angelico e a J. F. Overbeck, destinati a chiese liguri. Autore anche di alcuni ritratti familiari, partecipò saltuariamente alle mostre di Genova e di Torino. Durante il restauro della chiesa di Santa Maria di Castello, da lui diretto (1859- 1860), eseguì con la collaborazione di L. Piaggio Mussini alcune decorazioni, oggi scialbate. Dagli anni '60 si dedicò soprattutto al restauro e all'architettura.