Di Giovanni Giuseppe*
DI GIOVANNI GIUSEPPE
Palermo 1814 (o 1817) - 1898
Negli anni '50 lasciò in area palermitana opere a fresco e quadri di tema allegorico (Cerere che insegna ed introduce l'agricoltura in Sicilia, 1852, Palazzo Tasca, Palermo) e religioso (San Basilio, 1856, chiesa greca di Palazzo Adriano). Nel 1855 si trasferì a Roma alla scuola di L. Persico, divenendo socio corrispondente dell’Accademia di Napoli. Protetto dal conte L. Tasca d’Almerita, operò a più riprese nel suo palazzo (per la “stanza gotica”: quattro tempere con episodi delle vite di re normanni e aragonesi). All’Esposizione di Firenze del 1861 fu presente con ritratti (Giovanni Lega, Giovacchino Costa, Contessa Tolomei Ricci) e quadri di soggetto religioso. Altre tele lasciò nelle chiese siciliane di Mussomeli (Sant'Eligio, 1863, chiesa di Sant’Antonio) e Alcamo (1889-1890, chiesa della Pia Opera Pastore).
Palermo 1814 (o 1817) - 1898
Negli anni '50 lasciò in area palermitana opere a fresco e quadri di tema allegorico (Cerere che insegna ed introduce l'agricoltura in Sicilia, 1852, Palazzo Tasca, Palermo) e religioso (San Basilio, 1856, chiesa greca di Palazzo Adriano). Nel 1855 si trasferì a Roma alla scuola di L. Persico, divenendo socio corrispondente dell’Accademia di Napoli. Protetto dal conte L. Tasca d’Almerita, operò a più riprese nel suo palazzo (per la “stanza gotica”: quattro tempere con episodi delle vite di re normanni e aragonesi). All’Esposizione di Firenze del 1861 fu presente con ritratti (Giovanni Lega, Giovacchino Costa, Contessa Tolomei Ricci) e quadri di soggetto religioso. Altre tele lasciò nelle chiese siciliane di Mussomeli (Sant'Eligio, 1863, chiesa di Sant’Antonio) e Alcamo (1889-1890, chiesa della Pia Opera Pastore).