De Stefani Vincenzo *
DE STEFANI VINCENZO
Verona 1859 - Venezia 1937
Allievo di N. Nani all'Accademia Cignaroli, esordì con successo a Verona nel 1882 e l'anno successivo partecipò alle esposizioni di Roma e di Milano. I dipinti di questo periodo sono generalmente caratterizzati da un bozzettismo di derivazione favrettiana, apprezzato dal mercato e comune anche ad altri artisti veneti suoi coetanei, come A. Milesi e A. Dall’Oca Bianca (La Lisa, 1889, Verona, Galleria d'Arte Moderna). Al precoce successo della sua opera seguì il riconoscimento ufficiale con la nomina a socio attivo dell'Accademia Cignaroli nel 1883. Fu premiato nel 1891 a Monaco per A lavoro finito e nello stesso arco di tempo si dedicò alla decorazione, eseguendo un ciclo di affreschi, ispirati a temi risorgimentali per la Torre di San Martino della Battaglia (La carica dei granatieri di Sardegna nella battaglia di Goito e Difesa presso la Cernaia, 1891), dove la varietà di riferimenti rivela l’assimilazione sia dell’esperienza romana, nellostudio di C. Maccari, sia la ripresa del modello realista di F. Carcano e di G. Fattori. Nel 1896 ricevette l’incarico per la decorazione della sala del Consiglio Provinciale di Venezia, condotta sulla linea di un allegorismo neoquattrocentesco all'epoca in voga (Venezia in gloria, La Legge, La Sapienza, Il Mare, La Terra e Una solenne processione in piazza San Marco). Risalgono al 1899 gli affreschi realizzati nel Santuario del Monte Berico a Vicenza (I misteri del Rosario), in collaborazione con V. Bressanin. A queste esperienze si alter-narono, a partire dagli ultimi anni del secolo, ricerche di spirito simbolista (Un'ombra, Verona, Galleria d'Arte Moderna), cronologicamente coincidenti con la partecipazione alle Biennali di Venezia, dove fu regolarmente ospitato dal 1895 al 1932.
Verona 1859 - Venezia 1937
Allievo di N. Nani all'Accademia Cignaroli, esordì con successo a Verona nel 1882 e l'anno successivo partecipò alle esposizioni di Roma e di Milano. I dipinti di questo periodo sono generalmente caratterizzati da un bozzettismo di derivazione favrettiana, apprezzato dal mercato e comune anche ad altri artisti veneti suoi coetanei, come A. Milesi e A. Dall’Oca Bianca (La Lisa, 1889, Verona, Galleria d'Arte Moderna). Al precoce successo della sua opera seguì il riconoscimento ufficiale con la nomina a socio attivo dell'Accademia Cignaroli nel 1883. Fu premiato nel 1891 a Monaco per A lavoro finito e nello stesso arco di tempo si dedicò alla decorazione, eseguendo un ciclo di affreschi, ispirati a temi risorgimentali per la Torre di San Martino della Battaglia (La carica dei granatieri di Sardegna nella battaglia di Goito e Difesa presso la Cernaia, 1891), dove la varietà di riferimenti rivela l’assimilazione sia dell’esperienza romana, nellostudio di C. Maccari, sia la ripresa del modello realista di F. Carcano e di G. Fattori. Nel 1896 ricevette l’incarico per la decorazione della sala del Consiglio Provinciale di Venezia, condotta sulla linea di un allegorismo neoquattrocentesco all'epoca in voga (Venezia in gloria, La Legge, La Sapienza, Il Mare, La Terra e Una solenne processione in piazza San Marco). Risalgono al 1899 gli affreschi realizzati nel Santuario del Monte Berico a Vicenza (I misteri del Rosario), in collaborazione con V. Bressanin. A queste esperienze si alter-narono, a partire dagli ultimi anni del secolo, ricerche di spirito simbolista (Un'ombra, Verona, Galleria d'Arte Moderna), cronologicamente coincidenti con la partecipazione alle Biennali di Venezia, dove fu regolarmente ospitato dal 1895 al 1932.