Darif Giovanni *
DARIF GIOVANNI
Venezia 1801 - Milano 1870
Nato da una famiglia di origini friulane, frequentò l’ambiente artistico veneziano di F. Schiavoni, G. Servi e L. Lipparini, suoi coetanei. Nel 1825 eseguì, insieme a G. De Min, i ritratti a fresco dei pittori veneziani per la nuova sala dell’Accademia (ora dislocati nei depositi). Pur mantenendo i contatti con l’Accademia veneziana, di cui nel 1827 fu nominato socio, strinse rapporti più assidui con l'ambiente milanese, e in particolare con F. Hayez. Fu presente alle esposizioni braidensi, inizialmente solo con dipinti religiosi di impianto neoclassico (1824, San Giovanni Battista nel deserto; 1827, Sacra famiglia, Milano, Accademia di Brera; La Vergine con S. Sebastiano e S. Girolamo), affiancati poi da opere di soggetto storico e biblico dove emerge l'affinità stilistica con Hayez (Ratto delle spose veneziane eseguito dai corsari triestini, esposto a Brera nel 1829) e una generica adesione ai temi romantici nelle opere più tarde (Pieruccio colpito, esposto a Milano nel 1859; Episodio dell'assedio di Firenze, presentato alla Promotrice di Torino del 1861). Si con-solidò in questi stessi anni il suo legame con la committenza privata, e in particolare con quella di Udine, dove soggiornò a più riprese (Sacra famiglia, disegno, Udine, Museo Civico). Oltre all’intensa attività di ritrattista e miniaturista, per cui si conquistò un notevole consenso (Ritratto di Stefano Stampa, 1826, Milano, Casa Manzoni; Ritratto di Signora, Autoritratto, Milano, Civiche Raccolte d’Arte), si dedicò anche a quella decorativa, in forme neoclassiche di derivazione appianesca, come gli affreschi eseguiti nel 1863 nella cappella Passalacqua a Moltrasio (Como) e quelli allegorici nei saloni della villa adiacente.
Venezia 1801 - Milano 1870
Nato da una famiglia di origini friulane, frequentò l’ambiente artistico veneziano di F. Schiavoni, G. Servi e L. Lipparini, suoi coetanei. Nel 1825 eseguì, insieme a G. De Min, i ritratti a fresco dei pittori veneziani per la nuova sala dell’Accademia (ora dislocati nei depositi). Pur mantenendo i contatti con l’Accademia veneziana, di cui nel 1827 fu nominato socio, strinse rapporti più assidui con l'ambiente milanese, e in particolare con F. Hayez. Fu presente alle esposizioni braidensi, inizialmente solo con dipinti religiosi di impianto neoclassico (1824, San Giovanni Battista nel deserto; 1827, Sacra famiglia, Milano, Accademia di Brera; La Vergine con S. Sebastiano e S. Girolamo), affiancati poi da opere di soggetto storico e biblico dove emerge l'affinità stilistica con Hayez (Ratto delle spose veneziane eseguito dai corsari triestini, esposto a Brera nel 1829) e una generica adesione ai temi romantici nelle opere più tarde (Pieruccio colpito, esposto a Milano nel 1859; Episodio dell'assedio di Firenze, presentato alla Promotrice di Torino del 1861). Si con-solidò in questi stessi anni il suo legame con la committenza privata, e in particolare con quella di Udine, dove soggiornò a più riprese (Sacra famiglia, disegno, Udine, Museo Civico). Oltre all’intensa attività di ritrattista e miniaturista, per cui si conquistò un notevole consenso (Ritratto di Stefano Stampa, 1826, Milano, Casa Manzoni; Ritratto di Signora, Autoritratto, Milano, Civiche Raccolte d’Arte), si dedicò anche a quella decorativa, in forme neoclassiche di derivazione appianesca, come gli affreschi eseguiti nel 1863 nella cappella Passalacqua a Moltrasio (Como) e quelli allegorici nei saloni della villa adiacente.