Cavalleri Ferdinando *
CAVALLERI FERDINANDO
Savigliano o Racconigi (Cuneo) 1795 - Roma 1865
All'Accademia torinese fu allievo, fin dal 1808, di F. Bonsignore. Passò quindi a studiare a Roma, dove è ricordato fra i premiati dell'Accademia del Nudo in Campidoglio (1811) e dell’Accademia di San Luca (1812); in quegli stessi anni inviava i suoi saggi alle esposizioni accademiche di Torino. Nella capitale pontificia, che divenne di lì in avanti la sua residenza privilegiata, eseguì le prime opere note, legate ai modelli del Neoclassicismo romano (Maddalena, 1816, Agliè, Castello). All’Esposizione torinese del 1820 partecipò con dipinti di soggetto storico e biblico, eseguiti per Carlo Alberto. Dai contatti con l’ambiente internazionale e in particolare con l’Accademia di Francia, l'artista assunse i toni di sensibilità romantica ravvisabili nelle opere successive (Rapimento di Jolanda di Francia, 1826, Torino, Palazzo Reale). Nominato nel 1828 pro-fessore di pittura all’Accademia di Firenze, nel 1831 divenne “pittore di Gabinetto” del re di Sardegna e “direttore degli studi d'arte dei reali allievi in Roma”. Negli anni '30, ritrattista affermato, effigiò i sovrani (Carlo Alberto, 1832; la Regina con i Principi, 1833, Racconigi, Castello) ma anche personaggi dell’aristocrazia e della cultura; rare, invece, le opere di soggetto sacro (Beato Sebastiano Valfré, 1834, chiesa dell’Immacolata Concezione, Torino). La sua produzione successiva, legata alle commissioni sabaude e apparsa alle mostre del Valentino (1838, Carlo Emanuele I affidato al marchese di San Germano, 1850, Riconciliazione di Enrico IV e Gregorio VII per opera di Amedeo II), subì un progressivo rallentamento alla fine del regno di Carlo Alberto.
Savigliano o Racconigi (Cuneo) 1795 - Roma 1865
All'Accademia torinese fu allievo, fin dal 1808, di F. Bonsignore. Passò quindi a studiare a Roma, dove è ricordato fra i premiati dell'Accademia del Nudo in Campidoglio (1811) e dell’Accademia di San Luca (1812); in quegli stessi anni inviava i suoi saggi alle esposizioni accademiche di Torino. Nella capitale pontificia, che divenne di lì in avanti la sua residenza privilegiata, eseguì le prime opere note, legate ai modelli del Neoclassicismo romano (Maddalena, 1816, Agliè, Castello). All’Esposizione torinese del 1820 partecipò con dipinti di soggetto storico e biblico, eseguiti per Carlo Alberto. Dai contatti con l’ambiente internazionale e in particolare con l’Accademia di Francia, l'artista assunse i toni di sensibilità romantica ravvisabili nelle opere successive (Rapimento di Jolanda di Francia, 1826, Torino, Palazzo Reale). Nominato nel 1828 pro-fessore di pittura all’Accademia di Firenze, nel 1831 divenne “pittore di Gabinetto” del re di Sardegna e “direttore degli studi d'arte dei reali allievi in Roma”. Negli anni '30, ritrattista affermato, effigiò i sovrani (Carlo Alberto, 1832; la Regina con i Principi, 1833, Racconigi, Castello) ma anche personaggi dell’aristocrazia e della cultura; rare, invece, le opere di soggetto sacro (Beato Sebastiano Valfré, 1834, chiesa dell’Immacolata Concezione, Torino). La sua produzione successiva, legata alle commissioni sabaude e apparsa alle mostre del Valentino (1838, Carlo Emanuele I affidato al marchese di San Germano, 1850, Riconciliazione di Enrico IV e Gregorio VII per opera di Amedeo II), subì un progressivo rallentamento alla fine del regno di Carlo Alberto.