Castelli Alessandro *
CASTELLI ALESSANDRO
Roma 1809 - 1902
Dopo l’alunnato presso lo zio, S. Pomardi, frequentò l’Accademia di San Luca. Dedicatosi all’incisione si impiegò presso la Calcografia Nazionale, dove restano le tavole e i rami dei suoi Studi di paesaggio. In questi, come nei dipinti, mostrò di prediligere la qualità del segno nel comporre le sue vedute d'invenzione sulla base degli studi tratti dal vero: la formazione neoclassica è evidente anche nella nitida stesura delle Vedute di interni della Villa Paolina (1835, Roma, Museo Napoleonico). Nel 1849 partecipò alla Repubblica Romana prendendo spunto dagli eventi per alcune composizioni (Ricordi della difesa di Roma del 1849, esposto alla Società Amatori e Cultori nel 1889). Negli anni '50, con altri artisti inglesi e americani, si recò a dipingere nella campagna romana realizzando, sulla base di quegli studi, paesaggi di vena romantica (Campagna romana, 1854, coll. privata) che presentò alle mostre romane (1856). Coinvolto nei moti unitari del 1860, dovette fuggire all’estero soggiornando, fino al 1870, in Germania, Inghilterra e Francia. Ripresa poi la consuetudine a dipingere nei dintorni di Roma, presentò le sue opere alle esposizioni della Società Amatori e Cultori (1881, Bosco sui monti degli Equi; 1887, Le cascatelle, Al di là di Subiaco, I monti sopra le paludi). Dall’evoluzione della veduta romantica, volta al coinvolgimento emotivo dello spettatore, nacquero le grandiose ricostruzioni paesistiche de La distruzione di Ercolano (esposta a Roma nel 1881, Roma, Accademia Nazionale di San Luca) e La morte di Plinio (1890, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, in deposito a Palazzo Chigi). Fu tra i fondatori della Società “In Arte Libertas” partecipando alle prime mostre fino a quando, intorno al 1893, la sopravvenuta cecità non gli impedì di lavorare.
Roma 1809 - 1902
Dopo l’alunnato presso lo zio, S. Pomardi, frequentò l’Accademia di San Luca. Dedicatosi all’incisione si impiegò presso la Calcografia Nazionale, dove restano le tavole e i rami dei suoi Studi di paesaggio. In questi, come nei dipinti, mostrò di prediligere la qualità del segno nel comporre le sue vedute d'invenzione sulla base degli studi tratti dal vero: la formazione neoclassica è evidente anche nella nitida stesura delle Vedute di interni della Villa Paolina (1835, Roma, Museo Napoleonico). Nel 1849 partecipò alla Repubblica Romana prendendo spunto dagli eventi per alcune composizioni (Ricordi della difesa di Roma del 1849, esposto alla Società Amatori e Cultori nel 1889). Negli anni '50, con altri artisti inglesi e americani, si recò a dipingere nella campagna romana realizzando, sulla base di quegli studi, paesaggi di vena romantica (Campagna romana, 1854, coll. privata) che presentò alle mostre romane (1856). Coinvolto nei moti unitari del 1860, dovette fuggire all’estero soggiornando, fino al 1870, in Germania, Inghilterra e Francia. Ripresa poi la consuetudine a dipingere nei dintorni di Roma, presentò le sue opere alle esposizioni della Società Amatori e Cultori (1881, Bosco sui monti degli Equi; 1887, Le cascatelle, Al di là di Subiaco, I monti sopra le paludi). Dall’evoluzione della veduta romantica, volta al coinvolgimento emotivo dello spettatore, nacquero le grandiose ricostruzioni paesistiche de La distruzione di Ercolano (esposta a Roma nel 1881, Roma, Accademia Nazionale di San Luca) e La morte di Plinio (1890, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, in deposito a Palazzo Chigi). Fu tra i fondatori della Società “In Arte Libertas” partecipando alle prime mostre fino a quando, intorno al 1893, la sopravvenuta cecità non gli impedì di lavorare.