Casnedi Raffaele *
CASNEDI RAFFAELE
Ruino (Pavia) 1822 - Milano 1892
Figlio di un albergatore, esordì giovanissimo con un’Annunciazione (1840) per la parrocchiale di Cremenaga (Varese). Seguì un brillante percorso scolastico all'Accademia di Brera condotto parallelamente ad alcune commissioni (Due Muse, 1846, teatro di Mortara, Pavia). Nel 1851 vinse il pensionato di studio a Roma dove proseguì l'attività di frescante con alcuni medaglioni (Santi) per la chiesa di Santa Maria sopra Minerva; le atmosfere puriste assunte nell’ambiente romano sono visibili nei saggi accademici di quegli anni (Bacco e Sileno, 1853; L'obolo della povera vedova, 1854, Milano, Accademia di Brera). Nel 1855, con il rientro a Milano, si apriva per il pittore l’ascesa nell’ambiente artistico cittadino: ne segnarono le tappe il riconoscimento governativo ottenuto con II prigioniero di Chillon (1855, Milano, Pinacoteca di Brera, premiato all’esposizione di Brera del 1859) e l’incarico accademico (1856) mutatosi dal 1860 nella nomina a professore ordinario della Scuola di Disegno. In seguito le sue presenze espositive divennero più rade, affidate a quadri di costume (Contadine lombarde che lavano al lago, Donne della campagna romana, esposti a Firenze nel 1861; Erbajola romana, esposto a Milano nel 1881), mentre risultò intensissima la sua attività di frescante. Fra il 1863 e il 1865 decorò la volta del salone Reale della nuova stazione ferroviaria di Milano (Allegorie delle Provincie italiane) e subito dopo eseguì due lunette nella Galleria Vittorio Emanuele (L'America e Allegoria dell'Arte). Attivo anche in numerose chiese lombarde, si avvalse della più matura tradizione accademica sorretta da un saldissimo mestiere, come nel ciclo di affreschi eseguito tra il1873 e il 1877 per la chiesa dei Santi Pietro e Marcellino a Besana Brianza (Milano). Ebbe fra gli allievi in Accademia P. Bouvier, F. Didioni e A. Morbelli.
Ruino (Pavia) 1822 - Milano 1892
Figlio di un albergatore, esordì giovanissimo con un’Annunciazione (1840) per la parrocchiale di Cremenaga (Varese). Seguì un brillante percorso scolastico all'Accademia di Brera condotto parallelamente ad alcune commissioni (Due Muse, 1846, teatro di Mortara, Pavia). Nel 1851 vinse il pensionato di studio a Roma dove proseguì l'attività di frescante con alcuni medaglioni (Santi) per la chiesa di Santa Maria sopra Minerva; le atmosfere puriste assunte nell’ambiente romano sono visibili nei saggi accademici di quegli anni (Bacco e Sileno, 1853; L'obolo della povera vedova, 1854, Milano, Accademia di Brera). Nel 1855, con il rientro a Milano, si apriva per il pittore l’ascesa nell’ambiente artistico cittadino: ne segnarono le tappe il riconoscimento governativo ottenuto con II prigioniero di Chillon (1855, Milano, Pinacoteca di Brera, premiato all’esposizione di Brera del 1859) e l’incarico accademico (1856) mutatosi dal 1860 nella nomina a professore ordinario della Scuola di Disegno. In seguito le sue presenze espositive divennero più rade, affidate a quadri di costume (Contadine lombarde che lavano al lago, Donne della campagna romana, esposti a Firenze nel 1861; Erbajola romana, esposto a Milano nel 1881), mentre risultò intensissima la sua attività di frescante. Fra il 1863 e il 1865 decorò la volta del salone Reale della nuova stazione ferroviaria di Milano (Allegorie delle Provincie italiane) e subito dopo eseguì due lunette nella Galleria Vittorio Emanuele (L'America e Allegoria dell'Arte). Attivo anche in numerose chiese lombarde, si avvalse della più matura tradizione accademica sorretta da un saldissimo mestiere, come nel ciclo di affreschi eseguito tra il1873 e il 1877 per la chiesa dei Santi Pietro e Marcellino a Besana Brianza (Milano). Ebbe fra gli allievi in Accademia P. Bouvier, F. Didioni e A. Morbelli.