Briullov Karl Pavlovich *
BRJULLOV KARL PAVLOVICH
Pietroburgo (Russia) 1799 - Manziana (Roma) 1852
Si formò all'Accademia di Pietroburgo fra il 1809 e il 1821, crescendo nel clima di fermenti romantici successivo all'invasione napoleonica del 1812. Nel 1822 giunse in Italia e dall'anno successivo fu a Roma, in contatto con figure eminenti della cultura romana, come B. Thorvaldsen, V. Camuccini e J. F. Overbeck. L'entusiasmo per l'arte antica (nel 1824 visitò Napoli e Pompei) e lo studio della pittura del Rinascimento maturarono nella sua opera più nota, L'ultimo giorno di Pompei (San Pietroburgo, Museo Russo), commissionatagli nel 1827 da A. Demidoff e presentata con grande risonanza a Roma nel 1833, a Brera l'anno seguente e nel 1836 a Pietroburgo. Nel 1834, eletto membro dell’Accademia di Firenze, soggiornò tra Bologna e Venezia; l’anno seguente fu a Mlano, ed ebbe con F. Hayez rapporti contraddittori, per la sua interpretazione eclettica e melodrammatica del quadro di storia (La morte di Ines de Castro, esposto a Brera nel 1835, San Pietroburgo, Museo Russo); nello stesso periodo apriva la strada a un fortunato modello di ritratto in costume (La cantante Giuditta Pasta come Anna Bolena, Milano, Museo della Scala). Rientrato in Russia l'artista insegnò presso l'Accademia di Pietroburgo, proseguendo la produzione di ritratti e dipinti storici (L'assedio di Pskou nel 1581, San Pietroburgo, Museo Russo). Dal 1850 per ragioni di salute tornò in Italia, dove fu ospite fino alla morte della famiglia Tittoni, di cui ritrasse i componenti (Giulietta Tittoni come Giovanna d'Arco, Roma, coll. privata). L’enfasi drammatica e veristica della sua pittura fu guardata con interesse da molti artisti italiani tra i quali C. Cornienti che lo raffigurò sul letto di morte (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna).
Pietroburgo (Russia) 1799 - Manziana (Roma) 1852
Si formò all'Accademia di Pietroburgo fra il 1809 e il 1821, crescendo nel clima di fermenti romantici successivo all'invasione napoleonica del 1812. Nel 1822 giunse in Italia e dall'anno successivo fu a Roma, in contatto con figure eminenti della cultura romana, come B. Thorvaldsen, V. Camuccini e J. F. Overbeck. L'entusiasmo per l'arte antica (nel 1824 visitò Napoli e Pompei) e lo studio della pittura del Rinascimento maturarono nella sua opera più nota, L'ultimo giorno di Pompei (San Pietroburgo, Museo Russo), commissionatagli nel 1827 da A. Demidoff e presentata con grande risonanza a Roma nel 1833, a Brera l'anno seguente e nel 1836 a Pietroburgo. Nel 1834, eletto membro dell’Accademia di Firenze, soggiornò tra Bologna e Venezia; l’anno seguente fu a Mlano, ed ebbe con F. Hayez rapporti contraddittori, per la sua interpretazione eclettica e melodrammatica del quadro di storia (La morte di Ines de Castro, esposto a Brera nel 1835, San Pietroburgo, Museo Russo); nello stesso periodo apriva la strada a un fortunato modello di ritratto in costume (La cantante Giuditta Pasta come Anna Bolena, Milano, Museo della Scala). Rientrato in Russia l'artista insegnò presso l'Accademia di Pietroburgo, proseguendo la produzione di ritratti e dipinti storici (L'assedio di Pskou nel 1581, San Pietroburgo, Museo Russo). Dal 1850 per ragioni di salute tornò in Italia, dove fu ospite fino alla morte della famiglia Tittoni, di cui ritrasse i componenti (Giulietta Tittoni come Giovanna d'Arco, Roma, coll. privata). L’enfasi drammatica e veristica della sua pittura fu guardata con interesse da molti artisti italiani tra i quali C. Cornienti che lo raffigurò sul letto di morte (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna).