Bossi Giuseppe *
BOSSI GIUSEPPE
Busto Arsizio (Varese) 1777 - Milano 1815
All'Accademia di Brera ebbe per maestri G. Traballesi, M. Knoller, G. Franchi e A. Appiani, del quale oltre a essere amico fu spesso anche collaboratore. Dal 1795 soggiornò a Roma, dove fu allievo di D. Conti e, introdotto nel salotto di A. Kauffmann, ottenne la protettiva attenzione di A. Canova. Oltre a eseguire studi e copie dalle sculture del Museo clementino, fu attratto dalle opere di Raffaello e Michelangelo e trovò modo di dedicarsi anche agli studi d’anatomia presso l'Ospedale della Consolazione. Nel 1801, rientrato a Milano, vinse il concorso napoleonico, bandito dalla Cisalpina, con La riconoscenza della Repubblica Cisalpina a Napoleone (cartone a Milano, Biblioteca Ambrosiana). Letterato, poeta, collezionista, bibliofilo, fu personaggio di vasta cultura e dai molteplici interessi: considerato dai contemporanei campione della cultura neoclassica, ebbe in realtà temperamento e vicende più vicini alla sensibilità romantica. L'abilità grafica appare nel gran numero di disegni e cartoni che costituisce la parte più consistente della sua produ-zione (Milano, Gabinetto dei disegni del castello Sforzesco; Biblioteca Ambrosiana; Biblioteca dell’Accademia di Brera). Dal 1801 segretario dell'Accademia, vi ebbe fino al 1807 un indiscusso potere, lavorando anche alla formazione della Biblioteca e della Pinacoteca. Nel 1802 partecipò ai Comizi di Lione; passando per Parigi conobbe J. L. David e ottenne da Napoleone aiuti per l’istituto milanese. Negli anni seguenti realizzò l’ Edipo a Colono (1803-1805, Milano, Pinacoteca Ambrosiana), il cartone del Parnaso (1804, acquistato da Carlo Augusto di Weimar), I funerali di Temistocle (1805 ca., Milano, Galleria d'Arte Moderna), quattro dipinti sul tema di Saffo a Villa Melzi a Bellagio (1807-1813, il cartone del Faone salvato dalla tempesta a Milano, Galleria d'Arte Moderna); opere dove la severità dell'impianto si anima di riferimenti michelangioleschi e raffaelleschi e di intensità espressive che fanno affiorare una vena preromantica. Oltre agli autoritratti, eseguì numerosi ritratti, fra i quali figurano personaggi del mondo letterario e artistico contemporaneo e a cui l’artista fu legato (F. Melzi, A. Manzoni, C. Porta, A. Canova, G. Landi): ne è un esempio per tutti il Ritratto di gruppo del 1809 ( Milano, coll. Treccani degli Alfieri).
Busto Arsizio (Varese) 1777 - Milano 1815
All'Accademia di Brera ebbe per maestri G. Traballesi, M. Knoller, G. Franchi e A. Appiani, del quale oltre a essere amico fu spesso anche collaboratore. Dal 1795 soggiornò a Roma, dove fu allievo di D. Conti e, introdotto nel salotto di A. Kauffmann, ottenne la protettiva attenzione di A. Canova. Oltre a eseguire studi e copie dalle sculture del Museo clementino, fu attratto dalle opere di Raffaello e Michelangelo e trovò modo di dedicarsi anche agli studi d’anatomia presso l'Ospedale della Consolazione. Nel 1801, rientrato a Milano, vinse il concorso napoleonico, bandito dalla Cisalpina, con La riconoscenza della Repubblica Cisalpina a Napoleone (cartone a Milano, Biblioteca Ambrosiana). Letterato, poeta, collezionista, bibliofilo, fu personaggio di vasta cultura e dai molteplici interessi: considerato dai contemporanei campione della cultura neoclassica, ebbe in realtà temperamento e vicende più vicini alla sensibilità romantica. L'abilità grafica appare nel gran numero di disegni e cartoni che costituisce la parte più consistente della sua produ-zione (Milano, Gabinetto dei disegni del castello Sforzesco; Biblioteca Ambrosiana; Biblioteca dell’Accademia di Brera). Dal 1801 segretario dell'Accademia, vi ebbe fino al 1807 un indiscusso potere, lavorando anche alla formazione della Biblioteca e della Pinacoteca. Nel 1802 partecipò ai Comizi di Lione; passando per Parigi conobbe J. L. David e ottenne da Napoleone aiuti per l’istituto milanese. Negli anni seguenti realizzò l’ Edipo a Colono (1803-1805, Milano, Pinacoteca Ambrosiana), il cartone del Parnaso (1804, acquistato da Carlo Augusto di Weimar), I funerali di Temistocle (1805 ca., Milano, Galleria d'Arte Moderna), quattro dipinti sul tema di Saffo a Villa Melzi a Bellagio (1807-1813, il cartone del Faone salvato dalla tempesta a Milano, Galleria d'Arte Moderna); opere dove la severità dell'impianto si anima di riferimenti michelangioleschi e raffaelleschi e di intensità espressive che fanno affiorare una vena preromantica. Oltre agli autoritratti, eseguì numerosi ritratti, fra i quali figurano personaggi del mondo letterario e artistico contemporaneo e a cui l’artista fu legato (F. Melzi, A. Manzoni, C. Porta, A. Canova, G. Landi): ne è un esempio per tutti il Ritratto di gruppo del 1809 ( Milano, coll. Treccani degli Alfieri).