Borghesi Gian Battista *
BORGHESI GIAN BATTISTA
Parma 1790 - 1846
Allievo dal 1815 di B. Martini all’Accademia di Parma, si dedicò fin da giovane alla decorazione a fresco in edifici parmensi: nel 1814 dipinse, fra l'altro, la Morte di Ettore e La fuga delle vestali da Roma all'arrivo dei Galli nella casa dello zio P. Borghesi e analoghi soggetti mitologici per il conte Toccoli. Nel 1815 realizzò i Putti che giocano davanti a un graticcio in Casa B. Porta (opera fino a oggi attribuita a G. Gaibazzi). Nel 1818 fu attivo a Colorno (Parma), dove eseguì un Omero che spiega l'Iliade nel Palazzo Ducale (distrutto) e la pala della Madonna con bambino e santi nella Parrocchiale di Santa Margherita. Per la duchessa Maria Luigia, nel 1820, dipinse a fresco una Minerva che consegna ad Apollo la fiaccola della sapienza nel soffitto della biblioteca Palatina (distrutto). Avuto nel 1822 il pensionato a Roma, qui approfondì gli studi su Raffaello, ebbe contatti con i Nazareni (Sinite parvulos, bozzetto, Fontanellato, Parma, Museo Sanvitale) ed eseguì scenografie per il teatro Argentina. Passato a Firenze nel 1825, ebbe la commissione granducale della pala con la Madonna, San Luigi Gonzaga e San Stanislao Kostka (1828, Parma, chiesa di San Rocco) di impianto raffaellesco. Rientrato nella sua città e ottenuta la cattedra all’accademia, iniziò la decorazione della volta del teatro Ducale e del sipario: complicata macchina allegorico- celebrativa sul tema della Sapienza ispiratrice dell'arte (bozzetti a Parma, Museo Lombardi, e a Milano, Museo della Scala). Del 1839 è il ricco ritratto di Maria Luigia (Parma, Galleria Nazionale) venato di suggestioni alla A. L. Girodet, mentre di carattere più intimo è l'altro Ritratto della duchessa, di poco più tardo (Parma, Museo Lombardi).
Parma 1790 - 1846
Allievo dal 1815 di B. Martini all’Accademia di Parma, si dedicò fin da giovane alla decorazione a fresco in edifici parmensi: nel 1814 dipinse, fra l'altro, la Morte di Ettore e La fuga delle vestali da Roma all'arrivo dei Galli nella casa dello zio P. Borghesi e analoghi soggetti mitologici per il conte Toccoli. Nel 1815 realizzò i Putti che giocano davanti a un graticcio in Casa B. Porta (opera fino a oggi attribuita a G. Gaibazzi). Nel 1818 fu attivo a Colorno (Parma), dove eseguì un Omero che spiega l'Iliade nel Palazzo Ducale (distrutto) e la pala della Madonna con bambino e santi nella Parrocchiale di Santa Margherita. Per la duchessa Maria Luigia, nel 1820, dipinse a fresco una Minerva che consegna ad Apollo la fiaccola della sapienza nel soffitto della biblioteca Palatina (distrutto). Avuto nel 1822 il pensionato a Roma, qui approfondì gli studi su Raffaello, ebbe contatti con i Nazareni (Sinite parvulos, bozzetto, Fontanellato, Parma, Museo Sanvitale) ed eseguì scenografie per il teatro Argentina. Passato a Firenze nel 1825, ebbe la commissione granducale della pala con la Madonna, San Luigi Gonzaga e San Stanislao Kostka (1828, Parma, chiesa di San Rocco) di impianto raffaellesco. Rientrato nella sua città e ottenuta la cattedra all’accademia, iniziò la decorazione della volta del teatro Ducale e del sipario: complicata macchina allegorico- celebrativa sul tema della Sapienza ispiratrice dell'arte (bozzetti a Parma, Museo Lombardi, e a Milano, Museo della Scala). Del 1839 è il ricco ritratto di Maria Luigia (Parma, Galleria Nazionale) venato di suggestioni alla A. L. Girodet, mentre di carattere più intimo è l'altro Ritratto della duchessa, di poco più tardo (Parma, Museo Lombardi).