Bonazza Luigi *
BONAZZA LUIGI
Arco (Trento) 1877 - Trento 1965
Tra il 1893 e il 1897 frequentò l’istituto Elisabettino di Rovereto e nel 1897 si iscrisse alla Ho-chkunstgewerbeschule di Vienna dove fu allievo di F. Matsch. Questa esperienza influenzerà tutta la sua vita artistica, legandolo fortemente al simbolismo di G. Klimt, nelle molteplici attività di pittore, decoratore murale e incisore. Diplomatosi nel 1901, continuò a vivere a Vienna, dove lavorò come ritrattista e illustratore; degli anni viennesi sono anche alcune delle opere che lo resero noto: La leggenda d'Orfeo (1904, Trento, Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto), apparsa al pubblico all’Esposizione Internazionale di Milano del 1906 e alla Mostra della Secessione del 1907; e le tavole Jovis Amores, anch’esse di soggetto simbolico-mitologico. Solo nel 1912,nominato professore ordinario della Scuola Reale Superiore di Trento, l’artista rientrò nella provincia natale, per trasferirsi poi a Milano dove aprì uno studio e per qualche tempo lavorò come disegnatore d’aerei presso le officine Caproni. A Trento tornò nel 1918 per insegnare e riprendere il progetto decorativo della sua casa, lavoro che lo assorbirà per decenni.
Arco (Trento) 1877 - Trento 1965
Tra il 1893 e il 1897 frequentò l’istituto Elisabettino di Rovereto e nel 1897 si iscrisse alla Ho-chkunstgewerbeschule di Vienna dove fu allievo di F. Matsch. Questa esperienza influenzerà tutta la sua vita artistica, legandolo fortemente al simbolismo di G. Klimt, nelle molteplici attività di pittore, decoratore murale e incisore. Diplomatosi nel 1901, continuò a vivere a Vienna, dove lavorò come ritrattista e illustratore; degli anni viennesi sono anche alcune delle opere che lo resero noto: La leggenda d'Orfeo (1904, Trento, Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto), apparsa al pubblico all’Esposizione Internazionale di Milano del 1906 e alla Mostra della Secessione del 1907; e le tavole Jovis Amores, anch’esse di soggetto simbolico-mitologico. Solo nel 1912,nominato professore ordinario della Scuola Reale Superiore di Trento, l’artista rientrò nella provincia natale, per trasferirsi poi a Milano dove aprì uno studio e per qualche tempo lavorò come disegnatore d’aerei presso le officine Caproni. A Trento tornò nel 1918 per insegnare e riprendere il progetto decorativo della sua casa, lavoro che lo assorbirà per decenni.