Bonatto Minella Carlo *
BONATTO MINELLA CARLO
Frassinetto Canavese (Torino) 1855 - 1878
Di famiglia umile, riuscì con molti sacrifici a frequentare l’Accademia Albertina di Torino, allievo dal 1869 di E. Gamba e di A. Gastaldi che ne intuì le promettenti qualità. La sua attività si colloca nel breve arco di otto anni, precedenti la prematura scomparsa: agli inizi si cimentò con soggetti storici di tradizione accademica (Andrea Vesalio, esposto alla Promotrice di Torino del 1876), per passare ai temi sacri (Deposizione di Cristo, Parrocchiale di Frassinetto), al ritratto e agli studi di figura (Pensierosa, Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna). Nelle ultime opere tentò anche l’iconografia orientalista e classicista (Donna ebrea, 1877; Giuditta, 1877; La religione dei trapassati, 1878, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna), cercando una dimensione interiorizzata resa con la scelta di colori sommessi, a esaltare un soffuso sentimento di malin-conia. Tributi alla figura dell’artista vennero offerti all’Esposizione torinese del 1892 e in occasione della retrospettiva veneziana del 1922.
Frassinetto Canavese (Torino) 1855 - 1878
Di famiglia umile, riuscì con molti sacrifici a frequentare l’Accademia Albertina di Torino, allievo dal 1869 di E. Gamba e di A. Gastaldi che ne intuì le promettenti qualità. La sua attività si colloca nel breve arco di otto anni, precedenti la prematura scomparsa: agli inizi si cimentò con soggetti storici di tradizione accademica (Andrea Vesalio, esposto alla Promotrice di Torino del 1876), per passare ai temi sacri (Deposizione di Cristo, Parrocchiale di Frassinetto), al ritratto e agli studi di figura (Pensierosa, Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna). Nelle ultime opere tentò anche l’iconografia orientalista e classicista (Donna ebrea, 1877; Giuditta, 1877; La religione dei trapassati, 1878, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna), cercando una dimensione interiorizzata resa con la scelta di colori sommessi, a esaltare un soffuso sentimento di malin-conia. Tributi alla figura dell’artista vennero offerti all’Esposizione torinese del 1892 e in occasione della retrospettiva veneziana del 1922.