Ayres Pietro *
AYRES PIETRO
Savigliano (Cuneo) 1794 - Torino 1878
Esordì giovanissimo come ritrattista e dal 1812 operò alla corte dello zar Alessandro I di Russia. Intorno al 1815 si trasferì in Polonia e per il conte Stanislao Kostka Potocki dipinse nel Palazzo di Wilanow (Varsavia) affreschi con paesaggi e II ritorno di Sileno, olio di soggetto mitologico. Nel 1822 frequentava l'Accademia Albertina di Torino come allievo di G. B. Biscarra, che gli riconobbe notevoli qualità di ritrattista. Come tale si affermò a Torino, esponendo nel 1829 il ritratto della Famiglia Ferrero della Marmora (Biella Piazzo, Palazzo Lamarmora). Nel 1830 soggiornò a Roma, dove si suppone abbia frequentato l’ambiente dell’Ac- cademia di Francia, venendo a conoscenza delle soluzioni figurative del Romanticismo moderato facente capo a H. Vernet. Dal 1833 partecipò, sotto la direzione di P. Palagi, al programma decorativo delle residenze sabaude. Numerosi i suoi interventi in Palazzo Reale, tra cui gli affreschi della volta del Meda-gliere con soggetti mitologici (1837), alcuni ritratti per la Galleria del Daniele e la decorazione di gusto “pompeiano” della volta del gabinetto di toeletta di Maria Adelaide d’Austria (1842). Mantenne anche la sua attività di ritrattista dell’aristocrazia piemontese (Enrichetta e Annibale Galateri di Genola, 1835, Savigliano, Museo Civico; Cesare Balbo, 1840 ca., coll. privata). Esponente di rilievo della pittura sacra di epoca carloalbertina, lasciò numerose opere fra le quali si ricordano la Sant’Anna, il Padreterno e le anime purganti (1846-1847, Torino, San Lorenzo); il San Filiberto in orazione (1845, basilica di San Giulio d’Orta); la Sant'Anna, la Vergine e S. Gioacchino (1840, Saluzzo, Santuario di Moretta); la Sacra Famiglia con il Padreterno (1844, Parrocchiale di San Martino, Torre Pellice). Per il teatro Civico della città natale eseguì nel 1835 il sipario con il Parnaso. Nel 1842 ebbe la nomina a professore presso l'Accademia Albertina.
Savigliano (Cuneo) 1794 - Torino 1878
Esordì giovanissimo come ritrattista e dal 1812 operò alla corte dello zar Alessandro I di Russia. Intorno al 1815 si trasferì in Polonia e per il conte Stanislao Kostka Potocki dipinse nel Palazzo di Wilanow (Varsavia) affreschi con paesaggi e II ritorno di Sileno, olio di soggetto mitologico. Nel 1822 frequentava l'Accademia Albertina di Torino come allievo di G. B. Biscarra, che gli riconobbe notevoli qualità di ritrattista. Come tale si affermò a Torino, esponendo nel 1829 il ritratto della Famiglia Ferrero della Marmora (Biella Piazzo, Palazzo Lamarmora). Nel 1830 soggiornò a Roma, dove si suppone abbia frequentato l’ambiente dell’Ac- cademia di Francia, venendo a conoscenza delle soluzioni figurative del Romanticismo moderato facente capo a H. Vernet. Dal 1833 partecipò, sotto la direzione di P. Palagi, al programma decorativo delle residenze sabaude. Numerosi i suoi interventi in Palazzo Reale, tra cui gli affreschi della volta del Meda-gliere con soggetti mitologici (1837), alcuni ritratti per la Galleria del Daniele e la decorazione di gusto “pompeiano” della volta del gabinetto di toeletta di Maria Adelaide d’Austria (1842). Mantenne anche la sua attività di ritrattista dell’aristocrazia piemontese (Enrichetta e Annibale Galateri di Genola, 1835, Savigliano, Museo Civico; Cesare Balbo, 1840 ca., coll. privata). Esponente di rilievo della pittura sacra di epoca carloalbertina, lasciò numerose opere fra le quali si ricordano la Sant’Anna, il Padreterno e le anime purganti (1846-1847, Torino, San Lorenzo); il San Filiberto in orazione (1845, basilica di San Giulio d’Orta); la Sant'Anna, la Vergine e S. Gioacchino (1840, Saluzzo, Santuario di Moretta); la Sacra Famiglia con il Padreterno (1844, Parrocchiale di San Martino, Torre Pellice). Per il teatro Civico della città natale eseguì nel 1835 il sipario con il Parnaso. Nel 1842 ebbe la nomina a professore presso l'Accademia Albertina.