Dictionary of Artists

 

To meet the requirement of scholars, art dealers, collectors or simple amateurs of having a quick and effective tool at their disposal to satisfy the various exigencies connected with the world of art, first of all the in-depth analysis of the work of painters, sculptors, engravers, photographers, etc., the "Dictionary of artists" puts itself up as an annotated list of names, sometimes accompanied, if marked by an asterisk, by a biography and by some signature examples.

Each artist is matched with a series of index cards regarding the works registered in the Data Bank of the Matteucci Institute, which can be issued on request.

The biographies are taken from the Dizionario degli artisti edited by Cristina Bonagura, integral part of the work Pittori & pittura dell'Ottocento italiano (1996-1997), coordinated by Giuliano Matteucci with the cooperation of Paul Nicholls and realized by the Redazioni Grandi Opere of the "Istituto Geografico De Agostini", to whom the Matteucci Institute expresses its sincere thanks for authorizing the circulation of the texts on line.

 

Sagliano Francesco *

SAGLIANO FRANCESCO
Santa Maria Capua Vetere (Caserta) 1826 - Napoli 1890
A Napoli, compiuti gli studi letterari e filosofici, si dedicò alla pittura, dapprima sotto la guida di N. Palizzi e poi di G. Bonolis. Dopo i moti del 1848, si rifugiò per due anni presso A. Cefaly in Calabria. Tornato a Napoli, dal 1852 si accostò a D. Morelli e A. Vertunni, partecipando al dibattito sul rinnovamento della pittura di storia; nel 1853 si iscrisse con B. Celentano all’Accademia di Belle Arti e nel 1855 esordì con Ermengarda e Gilblas da Estella alla Mostra Borbonica; due anni dopo ottenne il pensionato di perfezionamento a Roma. Alla Mostra napoletana del 1859 presentò Scena veneziana e Cristo presentato al popolo da Pilato (Napoli, Museo di Capodimonte), lodato dalla critica per la «verità della luce», risolta tramite la «grossa e gagliarda pennellata». Alle innovazioni di chiaroscuro, sull’esempio di Morelli, coniugò una tensione realistica derivata da Palizzi e forse da Cefaly, che segnò la sua variata e cospicua produzione: dipinti di storia contemporanea (I valorosi bersaglieri e la guardia Nazionale salvano alcune donne rapite dai briganti, Napoli, Museo di Capodimonte, esposto a Napoli nel 1862), temi ispirati all’antichità (Le spartane alla festa di Bacco, 1876, Napoli, amministrazione provinciale), soggetti romantici (Margherita di Svevia, 1870, Napoli, municipio), ma soprattuto quadri di figura (Impressioni d'una fanciulla, esposto a Napoli nel 1875, Napoli, amministrazione provinciale) e di costume. Fu anche impegnato in committenze religiose (chiese della Carità ad Aversa e di San Michele a Gaeta).
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