Dictionary of Artists

 

To meet the requirement of scholars, art dealers, collectors or simple amateurs of having a quick and effective tool at their disposal to satisfy the various exigencies connected with the world of art, first of all the in-depth analysis of the work of painters, sculptors, engravers, photographers, etc., the "Dictionary of artists" puts itself up as an annotated list of names, sometimes accompanied, if marked by an asterisk, by a biography and by some signature examples.

Each artist is matched with a series of index cards regarding the works registered in the Data Bank of the Matteucci Institute, which can be issued on request.

The biographies are taken from the Dizionario degli artisti edited by Cristina Bonagura, integral part of the work Pittori & pittura dell'Ottocento italiano (1996-1997), coordinated by Giuliano Matteucci with the cooperation of Paul Nicholls and realized by the Redazioni Grandi Opere of the "Istituto Geografico De Agostini", to whom the Matteucci Institute expresses its sincere thanks for authorizing the circulation of the texts on line.

 

Bertelli Luigi *

BERTELLI LUIGI
San Lazzaro di Savena (Bologna) 1832 - Bologna 1916
Scarsamente documentata, la sua formazione artistica dovette avvenire al di fuori dell’ambiente accademico. I suoi primi lavori databili agli ultimi anni '50 e le prime opere datate (Paesaggio con ferrovia, 1860, Bologna, coll. privata; Orti del convento di San Martino Maggiore, 1861, Bologna, coll. Cassa di Risparmio) rivelano l'adesione tanto agli esiti del coevo paesismo bolognese, interessato allo studio della realtà quotidiana, quanto alle ricerche del Realismo toscano. Nonostante una sua peculiare matericità cromatica, condivise con alcuni pittori della “macchia” un linguaggio sintetico, con forti tagli di luce, volto alla piana rappresentazione del reale. Nella ricerca di quegli anni si avvicinò anche a S. De Tivoli e alla Scuola di Staggia; in occasione dei viaggi compiuti a Parigi nel 1867 e nel 1868 poté avere conoscenza diretta delle opere dei pittori di Barbizon, di J. H. Millet e di G. Courbet, che determinarono una decisa riduzione della gamma cromatica, in una personale lettura del Naturalismo francese. Dagli anni '70 i suoi malinconici e raccolti paesaggi, pur presentati in numerose esposizioni, vennero pressoché ignorati dalla critica ufficiale. A dispetto della negativa rispondenza pubblica, non rinunciò mai all'aggiornamento della sua poetica: risalgono infatti ai primi anni di questo secolo i dipinti raffiguranti paesaggi appenninici, di impianto essenziale e quasi geometrico (Pianura dall'alto, 1906).
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