Nel 1999, dall’acquisto da parte della Fondazione di un nucleo di opere raccolte dalla Cassa di Risparmio di Tortona, tra le quali spiccavano alcune tele di Giuseppe Pellizza da Volpedo e di Angelo Barabino, nacque l’idea di dare vita a un ambizioso progetto collezionistico incentrato sul territorio lombardo-piemontese nel periodo compreso tra la Scapigliatura e l’inizio della Prima guerra mondiale. Proprio in questa zona, tra Milano e Torino, nel 1891 aveva avuto luogo il vivace e coraggioso dibattito sulla tecnica del colore diviso. Con un metodo scientifico mutuato dalla teoria dei colori di un chimico francese, accostando i colori puri sulla tela, Vittore Grubicy, Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Angelo Morbelli, Pellizza, Carlo Fornara, Emilio Longoni, Matteo Olivero e altri sarebbero giunti a un nuovo paradigma accogliendo istanze socio-politiche e influssi simbolisti.
Dal 2001, anno dell’apertura al pubblico della Pinacoteca Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, poi ampliata nel 2008, è allestita un’esposizione permanente. Grazie alla riorganizzazione degli spazi di rappresentanza del museo e all’adeguamento funzionale di alcune sale adibite a finalità espositive, la Pinacoteca ha ricevuto un grande impulso. Anche numerose iniziative tese a coniugare attività didattica e promozione ne hanno consentito il posizionamento al centro del dibattito culturale cittadino, favorendo l’instaurarsi di proficui rapporti con istituzioni museali come i Musei Pellizza a Volpedo o il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano. Fondamentale è stata l’esposizione permanente «Il Divisionismo» inaugurata nel maggio 2012 e documentata dal catalogo edito per l’occasione. Del resto, vi è stato un continuo incremento delle opere pervenute negli ultimi dieci anni, frutto di una mirata politica di acquisizioni che lo ha reso uno strumento indispensabile per gli studiosi.
La visita vale il viaggio. Sin dalla prima sala, il visitatore è immerso nel racconto visivo e filologico di uno dei momenti fondamentali della pittura italiana tra Ottocento e Novecento: attraverso un percorso animato da più di cento opere di oltre quaranta artisti, allestite su una superficie di oltre cinquecento metri quadrati che stabiliscono un gioco di rimandi, assonanze e confronti tra la sperimentazione cromatica della Scapigliatura, le declinazioni sociali della tecnica divisa, sino ai nuovi linguaggi simbolisti e futuristi.
Si sono aggiunti nel corso degli anni «Piazza Caricamento», «Sulla costa ligure» e «Mattino d’aprile» di Plinio Nomellini, «Credenti» di Morbelli, «Malvoni» di Segantini, «Ultimi pascoli» di Fornara, «Studio dal vero» di Longoni, «Penombre» di Previati e «Crepuscolo» di Leonardo Bistolfi. Altrettanta attenzione è stata riservata anche a pittori meno noti. Tra le ultime entrate, «Il cammino dei lavoratori» di Pellizza e «Il reddito del pastore» di Giovanni Segantini.