Un museo federale, nato oltre 130 anni fa, una casa d'artista e un centro culturale: il Museo Vincenzo Vela è tutte queste cose insieme. Posto a Ligornetto, a pochi metri dal confine con l'Italia, rappresenta, come la gipsoteca di Canova a Possagno, uno dei maggiori esempi di casa museo ottocentesca ed espone permanentemente i modelli delle numerose sculture monumentali che il ticinese Vincenzo Vela, attivo a Torino, realizzò ritraendo i protagonisti del Risorgimento italiano. Quest'anno il Museo è rimasto chiuso per lavori di miglioria di alcuni impianti. L'edificio fu progettato nel 1862 da Cipriano Ajmetti, architetto della corte sabauda, e profondamente ristrutturato a fine anni Novanta dall'architetto Mario Botta. La riapertura è prevista la primavera prossima, con una mostra dedicata ad Adèle d'Affry, scultrice conosciuta con lo pseudonimo di Marcello, nata nel 1836 a Friburgo: coordinata dal Museo federale, si svolgerà in quattro tappe che inizieranno a novembre al Musée d'art et d'histoire Friburg (MAHF). Il Museo, che organizza progetti di mediazione culturale, visite guidate, concerti e attività per le scuole, ha mantenuto il coinvolgimento del suo pubblico anche durante il periodo di chiusura, ospitando sotto il pergolato della foresteria una serie d'incontri dal titolo "Aggiungi un posto al Vela". Inoltre ha appena pubblicato un nuovo numero della collana "Saggi sulla scultura", dedicato alle committenze della famiglia lombarda d'Adda, di cui beneficiarono i fratelli Lorenzo e Vincenzo Vela. Su questo tema è stata anche organizzata una mostra in collaborazione con il comune di Arcore presso Villa Borromeo d'Adda, tutt'ora in corso. L'idea di museo allargato è da anni promossa dalla direttrice Gianna A. Mina che ha risposto alle nostre domande:
Come descrive Vincenzo Vela?
E' stato innanzitutto un grandissimo artista, indubbiamente uno dei massimi scultori di metà Ottocento. Impegnato politicamente: è stato un idealista dal temperamento risoluto, poco incline ai compromessi: un personaggio vissuto a cavallo dei confini nazionali, abilissimo nell'intrecciare fruttuosi legami con le cerchie aristocratiche antiaustriache e al contempo attento ai bisogni dei meno fortunati tra i suoi concittadini: Ma fu anche vittima della storia e della mutata situazione politica postunitaruia, che lo costrinse a far rientro in Ticino; questa condizione lo rende più moderno ai nostri occhi. Generoso, sebbene non del tutto disinteressato, il suo straordinario dono alla cittadinanza svizzera tramite il lascito testamentario del figlio Spartaco della spettacolare casa-museo e delle cospicue collezioni ivi raccolte. Ancora oggi questo è un luogo di forte suggestione, dove, per prendere a prestito le parole di un visitatore, "la storia riposa".
Come mantenere i rapporti con il vostro pubblico?
Il Museo Vincenzo Vela è nato come luogo d'incontro, il suo stesso fondatore lo aprì al pubblico nel lontano 1881. Interpretare un luogo che ha una storia e che nasce dalla volontà di un artista-donatore, significa comprenderne la visione. Vela fu un artista "pubblico", abituato al confronto, desideroso che la sua residenza una volta pubblica diventasse scuola d'arte o museo, luogo di celebrazione ma anche di formazione. Oggi non è più tempo di celebrazioni, ma senza un'apertura a 360 gradi sui pubblici più diversi, questo scambio resterebbe incompleto. La scelta di visitare il nostro museo richiede una precisa volontà, data la nostra ubicazione appartata. Forse nasce proprio da questo avvicinamento non scontato, addolcito dal bellissimo parco che lo circonda, il punto di forza di questa istituzione, legittimata dai suoi visitatori e dalla coerenza dei suoi progetti, dedicati soprattutto alla riscoperta di scultrici e scultori meritevoli.
Lei dimostra di avere una nozione molto precisa di cosa deve essere un museo.
Esistono numerose pubblicazioni dedicate alla definizione di museo e non si contano i convegni sul tema. L'ICOM formula una definizione completa, sebbene piuttosto "tecnica" e il rischio di formulare delle banalità è alto. Preferisco fare riferimento al loro insieme, alla comunità dei musei, di cui esistono innumerevoli tipologie, anche curiose, che incontro nella mia funzione di presidente dell'Associazione dei Musei Svizzeri. I musei sono garanti di diversità culturale, un bene prezioso e raro, perseguono compiti importantiper la civiltà quali la conservazione del patrimonio e la promozione della creatività. Generano conoscenza e producono sapere: sono dei formidabili strumenti di decifrazione del mondo attuale attraverso il confronto con il passato. Spazi ove ci viene concesso il privilegio della contemplazione e del confronto con noi stessi.