Berti Giorgio*

BERTI GIORGIO
Firenze 1789 - 1868
Allievo di P. Benvenuti all'Accademia di Belle Arti di Firenze, vi espose nel 1809 un dipinto di tema medievale (Vicenda di Borgo Allegri) e nel 1816 vinse il pensionato a Roma con Deianira in atto di ringraziare Ercole per aver ucciso il centauro Nesso. Tornato in patria nel 1822, ebbe le prime commissioni di rilievo, nelle quali si manifestava ancora l'impronta del Benvenuti: Santa Felicita che esorta i figli al martirio (Firenze, chiesa di Santa Felicita, cappella Nerli) e la decorazione di un soffitto del quartiere Nuovo di Palazzo Pitti con Cincinnato che riceve il Senato romano (1828). Dopo il 1830 si dedicò essenzialmente ai soggetti storico-letterari e di genere, nei quali restò legato a un romanticismo attardato, formalmente accademico, ma non privo di sensibilità espressiva (bozzetto con Colombo reduce dall'America dinanzi ai reali di Spagna e La cameriera esperta, ambedue a Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti). Nel 1861, anno nel quale il suo Ritratto di Vittorio Emanuele II fu criticato all’Esposizione Nazionale di Firenze, era impegnato nell’esecuzione del Dante ambasciatore dei Fiorentini presso Bonifacio VIII, nella palazzina della Meridiana a Pitti, sua ultima opera importante.
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