Coromaldi Umberto *
Roma 1870 - 1948
Fu iscritto dal patrigno, l'acquerellista F. Indoni, all'Accademia di Belle Arti di Roma, dove seguì i corsi di F. Prosperi. Iniziò a esporre ritratti e soggetti di genere presso la Società Amatori e Cultori delle Belle Arti (1893, Racconto allegro). Nel 1894, con il Ritorno dei Naufraghi, vinse il pensionato artistico che gli consentì di compiere alcuni viaggi di studio. Il successivo avvicinamento ad A. Mancini lo indusse a rafforzare la propria tavolozza (Camicie rosse, 1898, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), cimentandosi nel paesaggio, nella pittura di interni, ma soprattutto in animate composizioni di vita popolare, come la Scena campestre o II pecoraio, esposti a Roma nel 1901. Dipinse anche ad acquerello e a tempera, non discostandosi mai da una pittura di impronta verista (Vanitosa, esposto a Roma nel 1903, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna). Dal 1903 espose alle biennali veneziane e nello stesso anno entrò nella Società degli Acquarellisti romani; nel 1904 fu tra i fondatori del gruppo dei “XXV della Campagna Romana”, con il soprannome di “cefalo”. Nel 1909 ottenne la cattedra di figura all’Accademia e nel 1911 decorò il Padiglione della Pesca per l'Esposizione Internazionale di Roma.