Boldini Giovanni *
Ferrara 1842 - Parigi 1931
1842
Giovanni Boldini nasce a Ferrara il 31 dicembre, ottavo figlio di Benvenuta Califfi (che ne avrà altri cinque) e Antonio Boldini, originario di Spoleto, pittore e restauratore specializzato in dipinti sacri e ritratti. Sarà lui a introdurre “Zanin” alla pittura.
1855
Realizza la prima opera nota, l’olio Il cortile della casa paterna.
1858
Frequenta al Palazzo dei Diamanti i corsi di pittura di Girolamo Domenichini, autore col padre degli affreschi accademici nel locale Teatro, e di Giovanni Pagliarini. Ha così modo di conoscere bene i grandi quattrocentisti ferraresi, oltre a Dosso Dossi e al Parmigianino.
1860
Dopo aver dedicato i primi anni della sua formazione artistica alla copia dei capolavori rinascimentali, conquista una certa fama a Ferrara, appena diciottenne, come ritrattista.
1862
Grazie a una piccola eredità di uno zio sacerdote e su consiglio del padre, si trasferisce a Firenze per iscriversi all’Accademia di Belle Arti, dove insegnano Stefano Ussi ed Enrico Pollastrini. Per via del carattere ribelle non frequenta a lungo l’Istituto. Durante il soggiorno fiorentino viene introdotto da Michele Gordigiani e Cristiano Banti nel gruppo dei Macchiaioli e nell’ambiente del Caffè Michelangiolo.
1863-1864
A Firenze Giovanni Boldini frequenta anche il “Caffè Doney” ed entra in contatto con gli intellettuali e le personalità straniere residenti in Toscana, dai russi Laskaraki agli inglesi Falconer, che spesso lo invitano nella loro villa di Pistoia, “La Falconiera”.
1865
È ospite a Castiglioncello di Diego Martelli, di cui realizzerà un ritratto un paio di anni dopo (Firenze, Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti).
1866
Si reca a Napoli con Cristiano Banti, rimanendo affascinato dall’ambiente partenopeo e dall’originalità di alcuni naturalisti locali.
Realizza alcuni ritratti del collega pittore e della sua famiglia, ottenendo il plauso, ma anche qualche critica nella cerchia dei Macchiaioli, che gli rimproverano il colore “continuamente bello e lucido”.
1867
Esegue il ritratto delle Sorelle Laskaraki (Ferrara, Museo Boldini) e riceve la sua prima commissione di rilievo, ovvero la decorazione a tempera della “Falconiera” di Pistoia con scene di carattere agreste ambientate in paesaggi toscani. Compie un viaggio in Francia con i Falconer. A Montecarlo dipinge il Generale spagnolo, una delle cose migliori della sua gioventù, come egli stesso dirà. A Parigi visita l’Esposizione Universale e conosce Degas, Sisley e Manet. Ha poi modo di confrontarsi con i maestri più in voga nella capitale, quali Gérôme e Meissonier.
1870
Completa gli affreschi alla “Falconiera”. È anche l’anno in cui si reca a Londra, ospite di William Cornwallis West, conosciuto a Firenze, che gli mette a disposizione uno studio nel centro della città. Ammira i ritratti inglesi, specie di Gainsborough, visti con Turner, ed esegue con successo diversi ritratti di signore del luogo.
1871
Si trasferisce a Parigi e apre uno studio nell’avenue Frochol, poi in place Pigalle, dove risiede con la modella Berthe. Collabora con il potente mercante d’arte Goupil – per il quale lavorano già Giuseppe Palizzi, de Nittis, Fortuny e Messonier – e realizza una serie di quadri di genere di piccolo formato e di ambientazione settecentesca.
1874
Espone con successo al Salon Les blanchisseuses (Le lavandaie). Rompe con la popolana Berthe e inizia una relazione con la contessa Gabrielle de Rasty, che lo introdurrà nel bel mondo della capitale.
1875
Espone al Salon un Ritratto della Contessa de Rasty, la sua nuova musa ispiratrice. Da questo momento incomincia a stirare la sua pennellata e inizia il periodo decisivo e folgorante della sua carriera.
In maggio torna per un breve periodo a Ferrara a causa della morte della madre.
1876
Va in Germania, dove incontra e ritrae il pittore Menzel, e in Olanda, dove rimane affascinato dalle opere di Frans Hals.
Si impone come ritrattista di grido, diventando un “mostro sacro” della Parigi fin de siècle con le sue creature femminili guizzanti e serpentine.
1880
A partire da questa data intensifica la produzione di pastelli.
1885
Si reca a Nizza, poi a Firenze, ospite di Banti.
1886
Si trasferisce da Place Pigalle nell’elegante Boulevarde Berthier, dove ritrae Giuseppe Verdi – musicista che adorava e che aveva conosciuto dopo averlo visto dirigere all’Opéra – nel celeberrimo pastello oggi alla Galleria d’Arte Moderna di Roma.
Il successo di Boldini come pittore mondano viene confermato dalla messe di ritratti che gli vengono commissionati dai protagonisti del tout Paris.
1889
Viene nominato commissario per la sezione artistica italiana all’Esposizione Universale di Parigi. Nell’occasione presenta complessivamente otto opere, fra cui il Ritratto di Verdi e quello della nipote dell’ambasciatore cileno presso il Vaticano Emiliana Concha de Ossa. Il quadro, noto anche come Pastello bianco, è un magistrale esempio di questa tecnica anche su vaste superfici. Si reca in Spagna con Degas. Il viaggio segna un rinnovamento nella sua pittura, sulla quale agiscono pienamente i fermenti del decennio formativo di incubazione.
1890
Meissonnier fonda, con Puvis de Chavannes, la Société Nationale des Beaux-Arts, frutto della secessione dal Salon des Indépendants, che senza giuria e senza premi offre a chiunque la possibilità di esporre. All’iniziativa si associa anche Boldini, insieme a Sisley, Blanche e Rodin.
Probabilmente in seguito alla conoscenza dell’opera dello svedese Anders Zorn sceglie di aumentare il formato delle sue tele.
1892
Torna in Italia, a Montorsoli, ospite di Banti, per soddisfare la richiesta del Museo degli Uffizi di un suo Autoritratto, che esegue in cambio di un calco del busto del Cardinale de’ Medici del Bernini.
Torna a Parigi dove per un anno dà lezioni di pittura alla giovane e ricca americana Ruth Sterling.
1900
Partecipa di nuovo all’Esposizione di Parigi con il Ritratto di Whistler del Brooklyn Museum di New York e quello dell’Infanta Eulalia di Spagna (Museo Boldini, Ferrara).
Viene invitato a Palermo dalla famiglia Florio per eseguire il ritratto della baronessa Franca, che verrà poi modificato perché giudicato troppo “osé” dal marito.
1904
Chiede in sposa Adelaide Banti, da lui più volte ritratta in precedenza, ma il matrimonio con la figlia dell’amico pittore non si concretizza. A Parigi intreccia una relazione con la signora de Joss de Couchy.
1914
Agli inizi della prima guerra mondiale si trasferisce prima a Londra e poi sulla Costa Azzurra, a Nizza, con la nuova modella Lina fino al 1918.
1916
Un grave problema alla vista lo costringe a ridurre la sua attività.
1918
Quando la guerra volge al termine rientra a Parigi, dove l’anno seguente il governo francese lo insignisce della Legione d’onore.
1926
Malato e con la vista sempre più indebolita, conosce durante un’intervista per la “La Gazzetta del Popolo” la trentenne giornalista italiana Emilia Cardona, che diventerà sua moglie il 29 ottobre 1929.
1931
Giovanni Boldini muore a Parigi, al termine di una gloriosa carriera artistica, l’11 gennaio all’età di 89 anni.