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Quando restaurare il danno

On 25 June 2014

di Luisa Mensi, Il Sole 24Ore, 16 giugno 2014

 

 

Tra i tanti luoghi comuni divenuti di dominio pubblico negli ultimi decenni c'è quello che l'arte contemporanea non sia fatta per durare nel tempo. In nessuna epoca, per ragioni anche molto diverse, sono state conservate tutte le opere d'arte prodotte, a causa di guerre, distruzioni, eventi naturali, materiali scadenti o cattiva tecnica di esecuzione. Negli ultimi due secolo poi, si sono accorciati in maniera inversamente proporzionale i tempi per il naturale assestamento di materiali da adoperare, o i necessari tempi della sperimentazione. E da quando le avanguardie di inizio '900 hanno portato l'arte nella vita moderna e la vita moderna nell'arte, è divenuto lecito adoperare qualunque materiale per fare arte, non ritenendo più di primaria importanza l'aspetto della durabilità. Se le istituzioni si tengono aggiornate su artisti, materiali e tecniche, i privati spesso non hanno chiara consapevolezza di ciò che si è acquisito sotto forma di opere d'arte. Molte opere recenti, come quelle che comprendono apparati elettrici o elettronici, sono soggette  ad una rapida obsolescenza e alla necessità di manutenzione molto frequente così come quelle opere che sono tutte o in parte composte da elementi deteriorabili che vanno periodicamente sostituiti come l'insalata nell'opera di Giovanni Anselmo o la frutta e gli ortaggi  in alcune opere di Mario Merz. Per non parlare di quelle opere che possono comprendere una forma di vita, come il pesce rosso nella vasca di Jannis Kounellis. Va poi distinto l'inevitabile invecchiamento dei materiali dall'evoluzione programmatica che hanno alcune opere d'arte;pertanto ci sono casi in cui è lecito sostituire le parti, seppur deteriorato, va conservato com'è. L'aumentata richiesta di opere da parte del mercato fa sì che le stesse vagabondino per anni tra mostre, depositi, mercanti, fiere e case d'asta, prima di approdare stabilmente a collezioni pubbliche o private. E se l'eccessivo girovagare delle opere ha incrementato in maniera esponenziale la probabilità di danni traumatici e climatici, dall'altro bisogna fare i conti con la fragilità di alcuni lavori dovuta sia al disinteresse dell'artista per la loro durabilità, sia all'avversione più programmatica per le consolidate tecniche tradizionali e alla contestuale sperimentazione di materiali e prodotti immessi dall'industria sul mercato o di object trouvé mutuati dalla vita quotidiana. A causa quindi dell'ampiezza del panorama dell'arte di oggi ci troviamo di fronte a lavori che presentano un diverso grado di difficoltà nell'intervento di restauro. Il percorso è  obbligato se il recupero di un bene è per la collettività, come avviene per le opere dei musei, pubbliche e inalienabili, anche quando non raggiunge risultati ottimali.. Se viceversa l'opera è in mano a un privato che deve poterne usufruire sul piano estetico ed economico, in qualche momento e nelle migliori condizioni, allora il discorso sul restauro cambia. Per l'opera contemporanea ancora in circolazione nel mercato, l'intervento di restauro viene visto come un impoverimento tale da poterne determinare una diminuzione del valore commerciale; è quindi una necessità tenere riservate le relative informazioni. E' quindi molto importante lavorare a monte con interventi conservativi e preventivi e questo anche se negli ultimi anni la pratica del restauro si è indirizzata su interventi sempre meno invasivi - i minimi interventi - che si avvalgono di metodologie e prodotti mirati, con l'ausilio di indagini chimico-fisiche che aiutano a circoscrivere l'intervento. Una sensibile differenza rispetto al restauro dell'arte antica, è la diversa tutela giuridica cui è soggetta l'opera contemporanea anche nell'intervento di restauro: per le opere che hanno meno di 50 la tutela è affidata all'artista o a chi, in sua vece, ne salvaguarda il nome e l'operato: eredi, archivi e fondazioni. La legge, tuttavia, non cita esplicitamente il restauro, ma l'intervento qualora non adeguato, può essere assimilato ad una manomissione e pertanto portare, in casi estremi, alla possibilità di riconoscimento dell'opera da parte dell'artista. Con conseguenze inimmaginabili. E' quindi molto importante lavorare in accordo con l'artista o con un professionista di sua fiducia.

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