Dictionary of Artists

 

To meet the requirement of scholars, art dealers, collectors or simple amateurs of having a quick and effective tool at their disposal to satisfy the various exigencies connected with the world of art, first of all the in-depth analysis of the work of painters, sculptors, engravers, photographers, etc., the "Dictionary of artists" puts itself up as an annotated list of names, sometimes accompanied, if marked by an asterisk, by a biography and by some signature examples.

Each artist is matched with a series of index cards regarding the works registered in the Data Bank of the Matteucci Institute, which can be issued on request.

The biographies are taken from the Dizionario degli artisti edited by Cristina Bonagura, integral part of the work Pittori & pittura dell'Ottocento italiano (1996-1997), coordinated by Giuliano Matteucci with the cooperation of Paul Nicholls and realized by the Redazioni Grandi Opere of the "Istituto Geografico De Agostini", to whom the Matteucci Institute expresses its sincere thanks for authorizing the circulation of the texts on line.

 

Righini Pietro *

RIGHINI PIETRO
Torino 1793 - 1856
Esordì a Torino con quadri di battaglie (Battaglia della Rocca di Authion, esposto nel 1832, Torino, Museo Civico, in deposito presso il Museo del Risorgimento), affermandosi poi come paesaggista, prossimo alla visione pittorica d’impronta romantica di G. B. De Gubernatis, M. d’Azeglio, L. B. Reviglio. Presente alle mostre torinesi (1820, 1829 e 1832), ottenne varie commissioni dai Savoia (Festa della pesca a Nizza nel 1826, Visita all'isola Bella nel 1828, Agliè, castello ducale) e dal 1849 partecipò alle mostre annuali della Promotrice con vedute e paesaggi. Il fratello Giuseppe (1783 - dopo il 1842) fu anch’egli uno dei rappresentanti del paesaggismo romantico piemontese della prima metà dell’Ottocento. Nominato “pittore paesista” della corte sabauda dal 1829, nel 1842 fece parte del corpo docente dell’Accademia Albertina. Pittori furono anche i figli di Pietro: Camillo, specialista in soggetti urbani e vedute monumentali (Interno della chiesa di S. Francesco d'Assisi a Torino, 1855; Scalone di Palazzo Madama a Torino, 1864, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna), fu anche paesaggista e incisore; mentre Giovanni Leone, formatosi con il padre e con L. Pécheux all’Accademia di Torino, si dedicò in un primo tempo al ritratto e ai quadri di storia, per passare infine allo studio del paesaggio, in cui seppe fondere l’interpretazione romantica di derivazione paterna con una maggiore attenzione alla resa del vero (Dintorni di Susa, esposto alla Promotrice di Genova del 1854).
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