Dictionary of Artists

 

To meet the requirement of scholars, art dealers, collectors or simple amateurs of having a quick and effective tool at their disposal to satisfy the various exigencies connected with the world of art, first of all the in-depth analysis of the work of painters, sculptors, engravers, photographers, etc., the "Dictionary of artists" puts itself up as an annotated list of names, sometimes accompanied, if marked by an asterisk, by a biography and by some signature examples.

Each artist is matched with a series of index cards regarding the works registered in the Data Bank of the Matteucci Institute, which can be issued on request.

The biographies are taken from the Dizionario degli artisti edited by Cristina Bonagura, integral part of the work Pittori & pittura dell'Ottocento italiano (1996-1997), coordinated by Giuliano Matteucci with the cooperation of Paul Nicholls and realized by the Redazioni Grandi Opere of the "Istituto Geografico De Agostini", to whom the Matteucci Institute expresses its sincere thanks for authorizing the circulation of the texts on line.

 

Lonza Antonio *

LONZA ANTONIO
Trieste 1846 - 1918
Iniziò a frequentare nel 1867 i corsi di M. Grigoletti e di P. Molmenti all’Accademia di Venezia, per poi passare a Firenze, dove si accostò alla pittura romantica di storia alla maniera di P. Delaroche (Lorenzo de' Medici morente viene esortato dal Savonarola a dare la libertà ai fiorentini, 1873 Trieste, Museo Revoltella). Nel 1873 con una borsa di studio del comune di Trieste si recò a Roma assieme a E. Scompanni, e da quel soggiorno riportò una forte attrazione per il vivace colorismo di M. Fortuny, che lo spinse verso la pittura aneddotica di gusto settecentesco (Giuseppe Parini, Trieste, Museo Revoltella; Ancora un bacio, esposto a Trieste nel 1890), genere di successo soprattutto all’estero (I giocolieri, premiato al Salon di Parigi del 1882). Si dedicò anche all’arte sacra (Ecce Homo, Trieste, chiesa di San Vincenzo de’ Paoli; Il Nazareno, esposto a Torino nel 1884) e alla decorazione a fresco di alcuni palazzi triestini (Palazzi Artelli e Morpurgo). Dal primo decennio del Novecento fu ritrattista ricercato dall’alta borghesia della città (Giuseppe Parisi, coll. privata, Ernesto Becher, Trieste, coll. Lloyd Adriatico). Fu a lungo presidente del Circolo Artistico Triestino ed espose a Milano (1885, Le fioraie), a Roma (1903, Processione nel bosco), a Trieste (1903, I burattini; 1904, Ultimi raggi) e a Capodistria (1910, Redemptio).
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