Dictionary of Artists

 

To meet the requirement of scholars, art dealers, collectors or simple amateurs of having a quick and effective tool at their disposal to satisfy the various exigencies connected with the world of art, first of all the in-depth analysis of the work of painters, sculptors, engravers, photographers, etc., the "Dictionary of artists" puts itself up as an annotated list of names, sometimes accompanied, if marked by an asterisk, by a biography and by some signature examples.

Each artist is matched with a series of index cards regarding the works registered in the Data Bank of the Matteucci Institute, which can be issued on request.

The biographies are taken from the Dizionario degli artisti edited by Cristina Bonagura, integral part of the work Pittori & pittura dell'Ottocento italiano (1996-1997), coordinated by Giuliano Matteucci with the cooperation of Paul Nicholls and realized by the Redazioni Grandi Opere of the "Istituto Geografico De Agostini", to whom the Matteucci Institute expresses its sincere thanks for authorizing the circulation of the texts on line.

 

Gonin Francesco *

GONIN FRANCESCO
Torino 1808 - Giaveno (Torino) 1889
Artista eclettico e personalità di spicco della vita culturale torinese, fu pittore, litografo, scenografo e costumista. Dopo gli studi alla torinese Accademia Albertina, con G. B. Biscarra e L. Vacca, completò la propria formazione pittorica a Milano e a Parigi, nel 1835, attento agli esempi del Romanticismo accademico francese. Si affermò soprattutto per i soggetti storici, attinti da A. Manzoni (Gertrude spaventata al comparire del padre, esposto a Milano nel 1835) o dai romanzi di W. Scott, T. Grossi e M. d’Azeglio; e si dedicò anche alla scena di genere e al ritratto (Famiglia fiamminga nel secolo XVII, 1862; Ritratto di Massimo d’Azeglio, 1866, Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna). Nei rari paesaggi aderì a un Romanticismo di ascendenza nordica, con forti accenti emozionali anche nella scelta dei soggetti (La Rocca di Sapay presso Viù, 1850, Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna). Decorò in forme eclettiche edifici religiosi e civili (chiesa di San Massimo, Torino, 1853; sala d’aspetto della Stazione di Porta Nuova, Torino, 1864). Accreditato a corte, lavorò fino al 1842 nelle residenze sabaude, realizzando dipinti e affreschi come membro dell’équipe diretta da P. Palagi. Fu molto ricercato dall'aristocrazia e dalla borghesia di Torino: fra il 1844 e il 1856 eseguì oltre duecento ritratti ad acquerello. Eseguì anche dipinti di circostanza (La morte di Carlo Alberto, 1850) e commemorativi (La partenza delle truppe italo-francesi da Chieri, Chieri, Municipio), che realizzò nei modi comuni della pittura ufficiale del tempo. Come litografo, acquistò grande notorietà con l’edizione dei Promessi Sposi pubblicata nel 1840. Il fratello maggiore, Enrico (Torino 1799-1870), fu pittore paesaggista e abile incisore. Dotato di una fresca vena inventiva, debuttò alla Promotrice di Torino nel 1842. Oscurato dalla fama di Francesco, è ricordato soprattutto per una serie di litografie con vedute torinesi.
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