Dictionary of Artists

 

To meet the requirement of scholars, art dealers, collectors or simple amateurs of having a quick and effective tool at their disposal to satisfy the various exigencies connected with the world of art, first of all the in-depth analysis of the work of painters, sculptors, engravers, photographers, etc., the "Dictionary of artists" puts itself up as an annotated list of names, sometimes accompanied, if marked by an asterisk, by a biography and by some signature examples.

Each artist is matched with a series of index cards regarding the works registered in the Data Bank of the Matteucci Institute, which can be issued on request.

The biographies are taken from the Dizionario degli artisti edited by Cristina Bonagura, integral part of the work Pittori & pittura dell'Ottocento italiano (1996-1997), coordinated by Giuliano Matteucci with the cooperation of Paul Nicholls and realized by the Redazioni Grandi Opere of the "Istituto Geografico De Agostini", to whom the Matteucci Institute expresses its sincere thanks for authorizing the circulation of the texts on line.

 

Gioli Francesco *

GIOLI FRANCESCO
San Frediano a Settimo (Pisa) 1846 - Firenze 1922
Dopo aver frequentato l’Accademia pisana, studiò a Firenze con E. Pollastrini e A. Ciseri. Esordì nel 1869 a Pistoia con Carlo Emanuele di Savoia che caccia l’ambasciatore spagnolo e nel 1870 presentò all'Esposizione Nazionale di Parma Angelus Domini. Grazie alla vicinanza con T. Signorini e G. Fattori indirizzò presto i suoi interessi alla pittura dal vero di soggetto campestre: nel 1873 inviò a Vienna Incontro in Maremma (Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti), riproposto nel 1875 a Parigi, dove l’artista si recò per l’occasione in compagnia di Fattori, di E. Ferroni e di N. Cannicci. Il soggiorno gli consentì di ap-profondire la sua conoscenza della pittura agreste francese. Nel 1878, sempre a Parigi, espose Passa il viatico; nel 1881 presentò all’Esposizione Nazionale di Milano II guado e Mietitura e nel 1883, a Roma, Passa la processione (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), Mater dolorosa, Tipi toscani e Lo spaccapietre. I suoi paesaggi e i soggetti contadini pacati e affabili, divennero esemplari nel Naturalismo toscano, in cui si prediligevano temi gentili e soffusi di nostalgia per esprimere il disagio esistenziale nei confronti dell’avanzare del progresso. Intorno al Novecento orientò la sua maniera verso espressioni attente alla resa luministica e atmosferica in senso impressionistico, aggiornandola sugli esempi della pittura internazionale osservati alle biennali veneziane (Tramonto d'autunno, 1902, coll. privata; Vecchi suoni, 1914, Roma, Galleria Comunale d’Arte Moderna). Insegnò all’Accademia di Bologna dal 1888 e dal 1889 anche a quella di Firenze. Nel 1914 la Biennale di Venezia gli riservò una sala individuale, con più di cinquanta opere.La moglie, Matilde Bartolomei (1848-1932), studiò disegno con A. Tricca e in seguito pittura con L. Bechi. Donna colta e cordiale, fu amica degli artisti e degli scrittori che frequentavano la sua casa a Firenze e a Fauglia, nel Pisano. Trattò spesso temi femminili di pacato naturalismo in quadri di soggetto agreste.
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