Dictionary of Artists

 

To meet the requirement of scholars, art dealers, collectors or simple amateurs of having a quick and effective tool at their disposal to satisfy the various exigencies connected with the world of art, first of all the in-depth analysis of the work of painters, sculptors, engravers, photographers, etc., the "Dictionary of artists" puts itself up as an annotated list of names, sometimes accompanied, if marked by an asterisk, by a biography and by some signature examples.

Each artist is matched with a series of index cards regarding the works registered in the Data Bank of the Matteucci Institute, which can be issued on request.

The biographies are taken from the Dizionario degli artisti edited by Cristina Bonagura, integral part of the work Pittori & pittura dell'Ottocento italiano (1996-1997), coordinated by Giuliano Matteucci with the cooperation of Paul Nicholls and realized by the Redazioni Grandi Opere of the "Istituto Geografico De Agostini", to whom the Matteucci Institute expresses its sincere thanks for authorizing the circulation of the texts on line.

 

Busi Luigi *

BUSI LUIGI
Bologna 1838 - 1884
Figlio di un musicista, a soli 12 anni entrò al collegio Artistico Venturoli dove fu seguito da G. Serrazanetti. Nello stesso periodo frequentò i corsi di C. Alberi e di N. Angiolini all’Accademia di Belle Arti. Esordì nel 1855 con L'incontro di Giacobbe e Rachele, opera in cui è già avvertibile la volontà di superare i modelli accademici in favore di una più sentita ricerca del “vero” espressa attraverso un luminismo accurato e una perfetta resa materica. Fondamentale fu il soggiorno romano tra il 1858 e il 1860: grazie ai molteplici esempi nel campo della pittura di storia, tra cui quello proposto da S. Ussi in quegli anni, poté completare la sua maturazione in direzione realista. Di ritorno a Bologna Busi partecipò alle esposizioni con temi legati al Romanticismo storico (Le ultime ore del doge Foscari, 1862, Bologna, Collegio Artistico Venturoli, premiato alla Esposizione Regionale di Bologna del 1863). Eseguì ritratti (Ritratto di Cavour e Minglietti, 1866, Bologna, Museo Civico del Risorgimento) e vedute di gusto aneddotico (Via Orefici, 1865, Bologna, coll. Banca Nazionale del Lavoro), significativi preludi all’abbandono dei temi storici in favore di soggetti con-temporanei, svolti con affettuosa partecipazione. Fu proprio questa “pittura degli affetti”, illustrativa della quotidianità borghese e non priva di intenti moralistici, che diede fama all'artista bolognese: nel 1870 a Parma venne premiata la Visita di condoglianza, nel 1874 fu esposta a Milano La commendatizia (1874, Milano, Galleria d'Arte Moderna); alle Esposizioni Universali di Vienna (1873) e Parigi (1878) le sue opere ricevettero importanti riconoscimenti, anche se affiancati da qualche critica per l'eccesso di sentimentalismo.
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