Gola Emilio *

GOLA EMILIO
Milano 1851 - 1923
Nato da nobile famiglia milanese, venne incoraggiato all'arte dal padre, che era pittore dilettante. Senza trascurare gli studi scientifici, coronati nel 1873 dalla laurea in ingegneria presso il Politecnico, si dedicò alla pittura, coltivandola sin dalla adolescenza sotto la guida di S. De Albertis. Nel corso della sua formazione compì numerosi viaggi all'estero: in compagnia del padre, si recò nel 1868 per la prima volta a Parigi, dove avrebbe fatto ritorno di frequente anche nei decenni successivi, così come spesso i suoi tours lo portarono in Olanda. Esordì all'Esposizione di Brera nel 1879, presentando una coppia di studi dal vero. In seguito, oltre a partecipare alle principali rassegne nazionali di Roma e di Venezia, non mancò di prendere parte a importanti esposizioni straniere ottenendovi riconoscimenti prestigiosi: presente a Parigi già nel 1880 e nel 1882, si aggiudicò la medaglia d'oro per un Ritratto femminile all’Esposizione Universale del 1889, mentre tre anni più tardi si affermava a Monaco, dove oltre al Ritratto della contessa Gola (coll. privata) portò due paesaggi milanesi: aveva infatti affiancato alla produzione di ritratti quella di vedute e di interni, di compiaciuta forma bozzettistica. Ben introdotto nell'ambiente aristocratico lombardo, fin dagli anni '80 esercitò il proprio talento nel ritrarre gentildonne milanesi con piglio energico e abbreviato, ma senza nulla togliere al risalto mondano: è del 1884 Maria Chiara Arese Pallavicino, del 1905 sono La signora in rosa e il grande pastello con Vittoria Cima (tutti in coll. private). Maestro nell'impostare su pochi timbri scuri le figure maschili (Ritratto di Pompeo Mariani; 1885, Milano, Galleria d'Arte Moderna), per quelle femminili giocava invece con sapienza sui tipici dettagli dell'abbigliamento, in modo da accendere efficaci guizzi cromatici (Emilia Sommi Picenardi Cariola, 1918, coll. privata). L'uso energico del colore caratterizzò anche l’interesse per il paesaggio: ai numerosi scorci dei navigli milanesi dipinti negli anni '90 (per tutti, Il naviglio di Corsico, Museo di Milano) affiancò vedute della Brianza e approfittò dei frequenti soggiorni nella residenza di famiglia a Olgiate Molgora per dipingere opere come per esempio La vallata (Milano, coll. Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde) o Valloncello di Mondonico (1905, Milano, Galleria d’Arte Moderna). Dal 1900 frequentò più assiduamente la riviera ligure e la laguna veneta, nutrendo un crescente interesse per le marine (Alassio, 1900 ca. coll. privata)
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