Bruzzi Stefano *

BRUZZI STEFANO
Piacenza 1835 - 1911
Figlio di un magistrato, frequentò saltuariamente le lezioni di L. Toncini all’istituto Gazzola di Piacenza, realizzando numerose, vivaci caricature (Uomini e donne che ballano; Caricatura di signore e signori, Piacenza, Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi). Nel 1854 si stabilì per qualche anno a Roma presso il paesaggista A. Castelli che lo indirizzò verso una copia minuziosa e precisa del vero. L’artista adottò un segno limpido e pulito che non abbandonerà mai, anche quando la resa si farà più sintetica e pittorica (Punta della Menagora, Piacenza, Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi). A Roma fu in amicizia con N. Costa, frequentò S. Ussi, E. Gamba, A. Bӧcklin. Tornato nel 1859 a Piacenza, si ritirò nel piccolo borgo di Roncolo di Groppaldo, nell’Appennino piacentino. Qui studiò in particolare i soggetti agresti (Autunno nel bosco di faggi, Piacenza, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi), specializzandosi nella rappresentazione degli animali con particolare predilezione per le scene di pascoli, presto divenute la sua cifra distintiva (Veduta dell’Appenimo con tacchini, Testa di mulo, Pecore che si abbeverano, Sosta di pecore, Piacenza, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi). Nel 1875 fissò la sua residenza a Firenze (tornando però tutte le estati a Roncolo) dove entrò in contatto col gruppo del Caffè Michelangiolo, divenendo amico di G. Fattori e T. Signorini. A dispetto delle critiche di D. Martelli che lo accusava di essere poco aggiornato, l’artista risentì del nuovo linguaggio della pittura toscana: schiarì la tavolozza e impastò di nuova luce la pennellata, abbandonando certi esiti bituminosi come appare nell’ardito accostamento cromatico delle Ragazze che lavorano all'ombra della casa (Piacenza, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi). L’attenzione commossa agli umili e alle loro fatiche, l’interpretazione lirica della natura decretarono lo straordinario successo di questa pittura. Partecipò con costanza alle esposizioni, e ritornato nel 1896 a Piacenza, insegnò figura all’istituto Gazzola fino alla morte.
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