Asioli Luigi *

ASIOLI LUIGI
Correggio (Reggio Emilia) 1817 - Modena 1877
Nipote del musicista B. Asioli, si confrontò fin da subito con la secentesca tradizione emiliana: a indirizzare i suoi gusti furono il padre Giuseppe , insegnante di incisione all’Accademia di Modena, e soprattutto il nonno materno, il celebre incisore F. Rosaspina. A conferma di questa formazione sono la copia dal Reni della Madonna della rosa (1837-1839, Correggio, Museo Civico) e la pala di San Sebastiano (1835- 1840,Modena, chiesa di Santa Maria della Pomposa). Fu allievo dell’Accademia di Modena tra il 1828 e il 1836: i suoi primi saggi risentono degli esempi di A. Malatesta (Nudo virile, 1835, Correggio, Biblioteca). Passato all'Accademia di Bologna, ottenne riconoscimenti ai concorsi Curlandesi del 1837 (Francesco Francia in atto di osservare una medaglia da lui coniata, Bologna, Galleria d'Arte Moderna) e del 1839 (Congresso dei Triumviri, Bologna, Accademia di Belle Arti). Sono di questi anni anche alcuni vivaci ritratti come quello del Pittore Luigi Cini (1839, Bologna, Pinacoteca Nazionale) e di Samuele Jesi (1840, Modena, Istituto d’Arte Venturi). Fu quindi a Firenze con G. Bezzuoli, che lo spronò ad abbandonare il gusto emiliano per un linguaggio più castigato, con esiti che si possono rintracciare in La cacciata dei tedeschi da Genova (1839-1842, Pistoia, Museo Civico), portata a termine per incarico del mecenate N. Puccini da un abbozzo lasciato incompiuto da E. Busi: dipinto emblematico nel contenuto di riscatto nazionale che l’artista sottolineò con l'inserimento della bandiera, ritenuto «bellissimo accessorio e molto pittorico». Tornato a Correggio nel 1842, acquistò fama di frescante: nell’Apoteosi di San Quirino (1843), per la basilica omonima di Correggio, riprese la matrice correggesca e anche nella restante produzione recuperò la grammatica secentesca filtrata dalla lezione malatestiana (San Sebastiano con San Prospero e la Vergine, 1841, San Prospero di Correggio, Parrocchiale; Apparizione del sacro Cuore a Santa Margherita Alacoque, 1845, Carpi, chiesa di Santa Chiara). Patriota, partecipò ai moti del '48. Sorretto da una preparazione vasta e articolata si poté permettere curiosità e aperture verso diversificate soluzioni formali: ne sono un esempio L'Ascensione (1845, Reggio Emilia, Parrocchiale di Fosdondo), di matrice purista, l’Abele (1855-1860, Carpi, Museo Civico) di suggestione hayeziana, l’Azzo d'Este (1848-1850, Modena, Accademia Militare) di gusto troubadour. A partire dal 1860 ricoprì la cattedra di pittura all'Atestina di Modena.
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